L’esempio dei sacerdoti, martiri e non solo
Caro direttore, dopo aver letto, dal vostro archivio, un articolo di Ennio Cicali su «L’olocausto del clero toscano», vorrei portare una testimonianza che aggiunge notizie, per rendere onore alla figura di un sacerdote don Giovanni Ceccarelli, zio di secondo grado di mio marito. Pur non avendolo conosciuto per una differenza anagrafica, mio marito Marco è nato nel 1961, abbiamo sentito parlare in famiglia della vicenda. Don Giovanni, un ordinario sacerdote di campagna, nella comunità di Pastina, è stato, anche secondo le testimonianze degli abitanti, un vero pastore, punto di riferimento per tutti. Durante il bombardamento o cannoneggiamento, ha tentato di salvare la vita di una sua parrocchiana facendosi scudo con il suo corpo, purtroppo sono morti entrambi. Credo sia giusto e doveroso ricordare un simile gesto, in una società come la nostra che ha già dimenticato gli orrori della guerra e la desolazione da questa provocata. Un atto di coraggioso sacrificio, da parte di un umile parroco, che incarna il Verbo nella sua pienezza. Sono convinta che storie come queste, ce ne sono tantissime, ma non sono rese note, al contrario andrebbero portate alla luce per dimostrare che la presenza di Dio Padre nella storia è più evidente di quanto i mezzi di comunicazione di massa fanno emergere.
Grazie, carissima Laura, per la tua lettera, che tra l’altro ci conforta nella scelta che abbiamo fatto questa settimana di dedicare una pagina (la 7 del settimanale) ad una iniziativa ad Arezzo, questo sabato 26 gennaio, per ricordare i 34 sacerdoti e religiosi della provincia aretina morti sotto i colpi dei nazisti. E sono solo alcuni tra i tanti uccisi in Toscana durante il nazifascismo e che compongono pagine di storia contemporanea non sempre conosciute. Sono infatti d’accordo con te che certe figure trovano raramente spazio in giornali e tv dove al contrario trovano spazio ben altre figure. Eppure di preti santi e perfino martiri ne esistono tanti e a volte per trovarli basterebbe guardarci attorno.
Rispondendo ad altre lettere mi è già capitato di dire che ognuno di noi, con molta probabilità, potrebbe raccontare la storia di un prete che ha avuto la fortuna di conoscere e che è stato di fondamentale importanza nella propria formazione grazie prima di tutto al suo esempio, all’essere uomo di Dio in tutto e per tutto. Ti confesso, cara Laura, che sono stufo di questo sistema di comunicazione dei grandi «media», ma anche dei cosiddetti «social network», che fa sempre di tutta l’erba un fascio, che cerca le storie negative, che purtroppo ci sono, non lo nego, per dare addosso ai cattolici e alla Chiesa. Ben vengano dunque storie come questa di don Giovanni Ceccarelli di Pastina (nel comune di Santa Luce, in provincia di Pisa, che gli ha dedicato anche una strada) o come quelle dei 34 religiosi aretini le cui vicende sono sintetizzate alla pagina rammentata.
Andrea Fagioli