Le riforme laiciste di Zapatero

Caro Direttore,le scellerate decisioni del premier spagnolo Zapatero stanno destando in me non piccole preoccupazioni. È stato presentato alcuni giorni fa un disegno di legge del Governo, che prevede il riconoscimento dei «matrimoni» fra omosessuali e, addirittura consente a questi ultimi di adottare bambini. Quale modello di famiglia avranno davanti questi bambini?

Io temo fortemente che questa vera e propria ondata laicista possa presto abbattersi anche su altri paesi europei, prima fra tutti l’Italia (la raccolta di firme per il referendum sulla procreazione assistita ne è la prima avvisaglia). Credo che non si possa rimanere inerti di fronte a tali scempi del diritto naturale; scrolliamoci di dosso l’apatia, il non interventismo e il rispetto umano.

Tutti i vescovi e tutti i sacerdoti dovrebbero sentire come primaria la difesa del valore della famiglia naturale (quella pensata da Dio). Purtroppo, invece, mi pare di percepire che questi temi siano sentiti importanti solo dal Papa, da alcuni vescovi e da alcuni sacerdoti. La Chiesa dovrebbe invitare coloro che si professano cristiani a non sostenere le forze politiche che si propongono di introdurre simili abominii giuridici. Sia all’interno della coalizione di centro-sinistra, che a quella di centro-destra esistono forze politiche sensibili alla voce della Chiesa. Non si tratta pertanto di invitare a sostenere l’uno o l’altro schieramento, bensì quelle forze politiche che vogliono difendere il valore della vita e della famiglia naturale.Michele FerrariCarrara (Ms) Le misure varate o messe in cantiere con sorprendente rapidità dal governo socialista di Zapatero apportano modifiche profonde all’insegnamento della religione cattolica, introducono il divorzio breve e le unioni omosessuali con possibilità di adozione, rendono più agile l’aborto. Sono provvedimenti che, col pretesto di tutelare dei diritti, di fatto accolgono le pretese di gruppi minoritari, ma molto potenti. Si delinea così in Spagna un modello di società nella quale – sia detto con tutta chiarezza – non ci ritroviamo, non solo perché va in senso contrario ai valori del cattolicesimo, ma perché si allontana da quell’umanesimo al quale tanto ha contribuito anche la cultura laica.Tutto questo è il frutto di un laicismo aggressivo, che segna il clima culturale imperante in Europa e che è capace ormai di influire o anche determinare l’azione stessa dei governi. Questa ondata laicista si abbatterà presto anche in Italia? Dipenderà da noi, caro Ferrari, da come sapremo contrastarla prima di tutto sul piano culturale, elaborando alla luce della dottrina sociale cristiana modelli alternativi di società e proponendoli con intelligenza. Come è stato recentemente scritto «quel che accade è la conseguenza del fatto che i cattolici in Italia hanno smesso di produrre pensiero forte da opporre al pensiero debole». E questo in un tempo in cui le indicazioni del Magistero sono state particolarmente chiare e stimolanti.Ma conteranno anche le scelte che sapremo fare al momento del voto. Anch’io penso che la presenza di cattolici – come singoli e come raggruppamenti – in ambedue le coalizioni possa rappresentare un deterrente, ma anche qui ad alcune condizioni: il loro peso politico e parlamentare, una effettiva unità sui valori, la volontà di collegarsi e soprattutto la capacità, al momento opportuno, di sapersi e volersi sottrarre alle maglie strette degli schieramenti.