La scelta di Benedetto /3

Il Papa dell’essenzialeMi ricordo come fosse ora che nei giorni del conclave, dopo il ritorno al Cielo di Giovanni Paolo II, ero preoccupato per l’eventualità di veder salire Joseph Ratzinger sulla barca di San Pietro. Ma dalle prime parole («Servo inutile nella vigna del Signore») capì che lo Spirito Santo aveva agito e subito. Aveva «pescato» un Papa diverso. Completamente diverso dal precedente. Un Papa che ha avuto il coraggio di tornare all’Essenziale, il coraggio di tornare alla prima comunità cristiana. Forse è stato proprio questo il disegno che è stato fatto per questo Papa. Benedetto XVI ha svolto il suo compito in maniera «silenziosa», opposta a Giovanni Paolo II. Wojtyla, che ho amato, era un papa, passatemi il termine, televisivo. Lui invece ha lavorato più di nascosto. Il suo «compito» ritorna anche nella sua decisione storica: una scelta coraggiosa, da «martire» moderno. Una scelta rivoluzionaria, che rovescia i banchi dei venditori nel Tempio.

Daniele Levis

Giustizia e felicità spiritualeIn quest’anno di giubilo ecumenico i fedeli, fratelli in Cristo, rinnovati nello spirito, gioiscono per l’amore e la volontà del Padre Celeste a provvedere nella sua Divina Misericordia alla salvezza delle sue creature umane col rinnovamento della Chiesa attraverso progetti nuovi e più vivi di evangelizzazione. Dio ha illuminato l’uomo teologo Padre Santo Papa Benedetto XVI ad annunciare al mondo liberamente e in piena coscienza, le sue debolezze fisiche e psichiche, non certo mentali, insufficienti a svolgere pienamente il suo ministero pastorale come avrebbe voluto, nella società di oggi sofferente e smarrita, nelle molteplici divisioni che deturpano la Chiesa. A Sua Santità cordiali auguri e ringraziamenti per il Divino messaggio trasmesso, nella speranza che il genere umano in cammino viva in umiltà più in pace, in un’etica di morale divina che è amore, giustizia e felicità spirituale.

Domenico Palmisani

Ipotesi senza proveGentile direttore, nei giorni scorsi, Corrado Augias ha rilasciato un’intervista dal titolo significativo: «Con Ratzinger sollevato il coperchio di un mondo oscuro». Nessuna meraviglia per i toni apocalittici in quanto il suddetto giornalista é noto per il suo anticlericalismo e le sue fantasie che nulla hanno da invidiare al romanziere Dan Brown. Nessuno nega che anche nella Chiesa, come in tutte le istituzioni umane, si commettano errori. Ma parlare di «intrighi, segreti» e perfino di «omicidi occulti» in Vaticano, senza un minimo di prove é quanto meno scorretto. Già in passato, Corrado Augias, tanto per tenersi in esercizio, ha attaccatto violentemente Pio XII colpevole, a suo dire, di non aver fatto abbastanza per salvare gli ebrei dalle persecuzioni naziste. Salvo poi contraddirsi in una successiva trasmissione televisiva dove ammise che membri della sua famiglia furono accolti, in quanto esposti a gravi pericoli, guarda caso,tra le mura di un convento romano. Grazie a esplicite disposizioni emanate dallo stesso PioXII.

Vedran Guerrini

Pubblichiamo ancora qualche lettera sulla scelta di Benedetto XVI di rinunciare al papato. Da una parte, come le scorse settimane, si plaude al gesto del Papa, mentre dall’altra si critica un certo modo di fare informazione sulle vicende del Vaticano. A quest’ultimo proposito ne sentiremo certamente ancora delle belle nei prossimi giorni, quando cioè ci racconteranno delle trame, nel segreto della Sistina, per arrivare all’elezione del successore di Pietro. Noi, invece, ci auguriamo che i cardinali elettori, illuminati dallo Spirito, sappiano individuare ancora una volta, nel più breve tempo possibile, un Papa che ci sorprenderà, così com’è stato finora. Basta ripercorrere la storia recente e pensare a quel Papa «vecchio», considerato di transizione, che diede vita alla «rivoluzione» del Concilio: Giovanni XXIII. Oppure a Giovanni Paolo II di cui non si sapeva nemmeno come pronunciare quel cognome polacco così strano: Wojtyla. Fino a Joseph Ratzinger, il «carabiniere» della fede, di cui al contrario abbiamo progressivamente scoperto la straordinaria carica umana. Manca tra queste lettere la voce di coloro che ancora avvertono un senso di smarrimento per la scelta di Benedetto, ma stentano a manifestarlo pubblicamente.

Andrea Fagioli