La scelta di Benedetto /2
Diamo spazio anche questa settimana ad altre lettere e ad un altro intervento sulla rinuncia di Benedetto XVI. Come dicevo nel numero scorso, le lettere arrivate in redazione si dividono sostanzialmente tra plausi per il gesto del Papa e critiche per un certo modo di fare informazione sulle questioni che riguardano il Vaticano. Ne sono un esempio anche queste. In più, pubblichiamo qui una domanda per la rubrica «Risponde il teologo» in quanto pone una questione di interesse generale e anche perché la risposta, questa volta, non sarà affidata a un teologo ma è implicita nell’intervista al professor Pierluigi Consorti che pubblichiamo in questo numero a pagina 4. Per quanto ci riguarda, abbiamo sempre usato, nei limiti del possibile, la parola «rinuncia» e non «dimissioni».
Tornando alle critiche alla stampa, non è un caso che dalla Santa Sede sia arrivato nei giorni scorsi un severo richiamo contro ogni tentativo di influenzare dall’esterno con pressioni mediatiche il libero discernimento del Collegio cardinalizio nella prossima elezione del Papa. «È deplorevole – si legge nel comunicato della Segreteria di Stato – la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false».
Intanto Benedetto XVI sta «salendo sul monte» per dedicarsi «ancora di più alla preghiera e alla meditazione». Ma senza «abbandonare la Chiesa, anzi – come ha detto nel suo ultimo Angelus –, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze». E proprio in questo momento «i Vescovi delle diocesi della Toscana e, con essi, le Chiese da loro guidate, esprimono a Lui – come si legge nel messaggio della Cet pubblicato in prima pagina – la gratitudine profonda per l’altissimo magistero espresso negli anni del suo Pontificato».
Andrea Fagioli