La manipolazione delle lettere a «Repubblica»

Caro direttore, tempo fa una lettrice si domandava con che criterio il giornalista Corrado Augias sceglie le lettere da pubblicare su «Repubblica» dal momento che sono spesso fortemente critiche con la Chiesa cattolica. Possibile che non ne riceva qualcuna di segno opposto, commentava lei nel suo commento. Allora ho deciso di provarci io, replicando a diverse lettere e ad alcuni suoi commenti critici con il Papa, il Magistero della Chiesa, ecc.

Augias mi ha sempre risposto privatamente, ma alla mia richiesta di pubblicazione su «Repubblica» trovava sempre delle scusanti. Ho insistito per una replica ad un lettore che accusava la Chiesa di difendere la famiglia tradizionale e la vita, ma di trascurare certi temi come la giustizia, la pace, le discriminazioni, ecc. A dimostrazione della infondatezza di quanto sopra citavo discorsi e encicliche del Papa, ma con sorpresa mi sono visto ritornare indietro il testo con delle modifiche che in pratica ne stravolgevano il significato. Ovviamente non ho accettato e mi sono chiesto perché dovrei continuare ad acquistare «Repubblica», un giornale poco pluralista e che combatte ad ogni occasione i valori in cui credo.

Alvaro Ferrari

Carissimo Alvaro, la ringrazio davvero di questa testimonianza. È da tempo, e lei me ne dà atto, che cerco di mettere in guardia dalle strumentalizzazioni e dal conseguente influsso negativo sull’opinione pubblica di una rubrica come quella di Augias su «Repubblica». L’ultimo intervento in questo senso risale all’aprile scorso quando, rispondendo a un lettore, parlavo delle tante lettere e delle conseguenti risposte di Augias su temi riguardanti la Chiesa, la religione e persino la teologia. C’è pertanto da chiedersi quante lettere davvero arrivano a «Repubblica» su certi temi? Senz’altro molte, perché il giornale è molto letto (anche dai cattolici), ma sicuramente in percentuale molte meno di quelle sugli altri temi. Ma Augias sceglie quelle per una vera e propria campagna laicista, in pillole quotidiane, contro la Chiesa cattolica per scalzarne i valori che propone e difende. Lei adesso ci fa sapere che non solo Augias si limita a scegliere le lettere, ma addirittura le adatta o tenta di adattarle al proprio fine. Il suo intervento, caro Alvaro, è per noi consolante anche perché arriva in un momento in cui da più parti si avvertono voci sulla presunta insignificanza di un giornale come il nostro. Lei, invece, ci dimostra che un ruolo ce l’abbiamo, se non fosse altro perché aiutiamo i nostri lettori ad aprire gli occhi e a saper «leggere» i giornali, nel senso di saperli interpretare e di capire l’idea che c’è dietro. Insomma, nel nostro piccolo aiuteremmo ad essere liberi. E di questi tempi non mi sembra poco.

Andrea Fagioli