La Comunione spirituale e il prete giusto
Mi trovo in una situazione che mi esclude dal partecipare al sacramento dell’Eucarestia. Questo fatto non mi fa sentire esclusa dall’amore del Signore né tantomeno dalla Chiesa. Anzi. Mi aiuta, seppur con sofferenza, a riconoscere i miei sbagli e in questo modo sento che posso vivere un rapporto più autentico con Dio, che non si lascia certo prendere in giro, ma che, di fronte al mio pentimento sincero, è sempre pronto a inondarmi della Sua misericordia.
Per come ero nel passato, nella mia gioventù, ho fatto delle scelte che in quel momento mi hanno aiutata a non soccombere nel dolore. Oggi non rinnego tali scelte, in cui ho cercato di amare per come mi era possibile allora. Ma neanche rimprovero alla Chiesa di mantenere il suo atteggiamento materno, di grande accoglienza ma anche di rigore. Ringrazio quei sacerdoti che, senza indulgere verso di me, mi hanno aiutata con delicatezza vera ma anche ponendomi di fronte alle mie responsabilità, a comprendere perché non potevo accostarmi alla Comunione sacramentale. Questo mi aiuta sia sul piano della fede che sul piano della mia maturazione personale. Ho potuto riflettere su alcuni aspetti del mio carattere che mi ostacolano nel vivere sia il rapporto con Dio che con i fratelli.
Tempo fa sono capitata alla Messa nella chiesa di San Giuliano Terme. Pur essendo pisana non vi ero mai capitata e non avevo mai visto il parroco. Un uomo anziano. Al momento della Comunione ha recitato una preghiera: la preghiera per fare la Comunione spirituale. È per questo che scrivo: per esprimere la grandissima gioia che ho provato. Desidero ringraziarlo per questa sua accortezza e chiedo che questa preghiera possa essere recitata da ogni sacerdote. È stato un gesto semplice, senza fronzoli. Don Mario (poi ho saputo che si chiama così) non ha «caricato» questa preghiera con nessuna «predica», commento, spiegazione.
Chi può fare solo la Comunione spirituale ne coglie immediatamente tutta la immensa portata, e si sente, attraverso il sacerdote che la recita durante la Messa, molto vicino al Signore. Grazie don Mario. Una mia amica, sua parrocchiana, alla quale ho raccontato tutto, mi ha detto che lei è molto amato dai bambini. E ci credo! Che Dio la benedica, la ricorderò sempre nelle mie preghiere.
Come comprensibilmente richiesto dalla nostra lettrice di Pisa, omettiamo la firma. La ringraziamo comunque per questa testimonianza che va ad aggiungersi a una riflessione più volte proposta sul nostro settimanale fino alla lettera del 5 maggio scorso su «Giornali e sacramenti ai divorziati risposati» (leggi qui). Il fatto di non poter accedere ai sacramenti, si diceva in quell’occasione, non è assolutamente un indice di esclusione dalla Chiesa. Questa lettera lo dimostra, così come dimostra quanto sia importante incontrare le persone giuste, nel caso specifico il prete giusto.
Andrea Fagioli