Iraq, silenzio su un’iniziativa di pace
La nostra posizione sul conflitto in Iraq è stata sempre di grande chiarezza, ed è stata, per così dire, precisata anche ultimamente, proprio rispondendo alle obiezioni di un lettore (Toscanaoggi n. 20 del 30 maggio 2004). Si tratta ora, dopo tanti errori e orrori, di incoraggiare e sostenere da parte del nostro Governo quella svolta, «netta e evidente», che sembra concretizzarsi in un governo iracheno legittimato dall’Onu che riprenderebbe così un ruolo predominante e forse risolutivo. Ma nel contempo è importante che anche dal basso vengano sollecitazioni e proposte in grado di dar voce al sentire della gente comune. In quest’ottica assume grande valore l’iniziativa di «Rondine – Cittadella della pace». Nella sua lettera, caro Guivizzani, c’è un’osservazione che mi sembra opportuno riprendere e precisare. Non è del tutto esatto che «i mezzi di informazione se si escludono Avvenire e Toscanaoggi abbiano snobbato la proposta»; ma il pellegrinaggio alla Verna del 24 maggio, quell’andare raccolto e silente che ha visto insieme cristiani, ebrei e musulmani, proprio per il suo significato anche simbolico, meritava maggior rilievo: forse interessava meno perché non pesava politicamente né si prestava a interpretazioni di parte. E così anche molti cattolici ne hanno avuto una conoscenza limitata. Si tocca qui un nodo delicato e dolente. Bisogna infatti riconoscere che i nostri giornali incontrano nel nostro mondo scarsa accoglienza, quando addirittura non se ne ignora l’esistenza o si snobbano come stampa inferiore. È un pregiudizio che viene da lontano e che determina il paradosso che molto spesso i cattolici si informano, anche per quel che attiene alla vita della Chiesa, esclusivamente attraverso giornali laici, quando non apertamente laicisti. Un informarsi che spesso determina un mentalizzarsi. Non è un discorso di bottega. È che si riduce la possibilità di capire e di giudicare ma anche di incidere ed essere presenti.