Il voto dei cattolici alle Europee

Caro Direttore,sono rimasto molto amareggiato dall’esito di queste votazioni. Purtroppo ancora una volta i nostri fratelli cattolici hanno preferito inginocchiarsi davanti ad un fiore o peggio ancora ad una pianta anziché davanti ad una croce. Questo dei simboli ha in realtà la sua importanza, mentre nella nostra coalizione sono ben chiari e significativi, in particolare il nostro dell’Udc è già da solo un programma e una forza di valori; l’altro schieramento adotta segni che io mi sento di definire neopagani che ambiguamente cercano consensi e che riflettono i programmi che spesso parlano tutt’al più di valori che si rifanno ad una pseudo religione umanitaria sempre e comunque contro l’Uomo e la Vita. Questa può sembrare un’interpretazione fantasiosa ma i simboli da sempre sono fondamentali. Vorrei mettere però in risalto un altro concetto molto importante. Nella città di Scandicci (più di 50 mila abitanti), come purtroppo in tante parti della Toscana, la differenza di voti nell’Udc (dove avevamo Carlo Casini come punto di riferimento per tutti, in particolare per i cattolici) tra le europee e le amministrative è stata solo dello 0,25%. Questo significa che in tutta la città 75 persone hanno votato Casini, extra Udc. Mi chiedo: all’elettore cattolico, non tremava la mano, quando davanti alla scheda rossa preferiva scrivere Lilli Gruber, o Pistelli e dire no all’antipatico Berlusconi, ma dire sì alle coppie di fatto ai progetti degli omosessuali ecc. fregandosene dell’embrione, della famiglia, della vita? Sono molto confuso, questi 75 sono eroi o kamikaze? Non so! Certo, il voto è sacro, ma oramai, di quale sacralità stiamo parlando?Bruno BaccaniScandicci (Fi) L’amarezza che percorre tutta la sua lettera, caro Baccani, deriva soprattutto dalla non elezione al Parlamento europeo di Carlo Casini e questo la spinge ad affermazioni che, a mio parere, necessitano di molte precisazioni.La mancata elezione non credo sia da attribuire prevalentemente ad un diffuso «tradimento» dell’elettorato cattolico. Le 54.268 preferenze vengono certamente da cattolici, molti dei quali non votano Udc, ma in questo caso hanno privilegiato la persona proprio per i valori che da tempo promuove. È stato il gioco delle preferenze che ha avvantaggiato il candidato del Lazio, che avrebbe avuto dall’Udc un sostegno privilegiato, secondo alcune dichiarazioni dell’on. Baccini, coordinatore della campagna elettorale di quel partito.Comunque la sua delusione credo che sia ampiamente condivisa, perché Carlo Casini avrebbe sicuramente portato a Strasburgo un notevole contributo di idee e di esperienze, soprattutto su tematiche che stanno particolarmente a cuore al nostro mondo.Non è invece condivisibile il giudizio sommario e un po’ sprezzante che lei riserva a quei cattolici che a suo parere «si sono inginocchiati davanti a un fiore o peggio ancora ad una pianta», perché hanno votato Lapo Pistelli che, per cultura politica e tradizione familiare, appartiene – come Casini – all’area cattolica e del quale non possiamo onestamente dire che non sia sensibile ai temi dell’embrione, della famiglia e della vita. In questo caso, quindi, perché ad un elettore cattolico doveva tremare la mano? D’altra parte oggi i cattolici sono presenti in ambedue gli schieramenti: questa è una realtà che va riconosciuta, accettata e rispettata, anche se c’è chi auspica, lecitamente, che non sia definitiva.L’importante è che, ovunque collocati, siano coerenti con l’ispirazione cristiana e i suoi valori, sapendo superare, se necessario, anche le singole appartenenze, realizzando così quell’unità sui valori che la Chiesa auspica.

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