Il ruolo di un giornale e i lettori da adottare
Egregio direttore, anche questo anno da diverse settimane con un’intera pagina del settimanale ci viene riproposto di «adottare un lettore» perché alcuni lettori non hanno potuto rinnovare l’abbonamento per motivi economici. Questa situazione è una vostra opinione o vi è stata espressamente riferita così? Perché la vostra opinione può essere criticata e/o accettata, ma se quanto riferito è una bugia non l’accetto! C’è la possibilità di fare un abbonamento semestrale, di comprare il giornale settimanalmente al limite privandosi di un caffè a settimana. Chi non vuol rinunciare neppure a questo vuol dire che non vuol leggere più ne voi né altre pubblicazioni. Da ciò la crisi dell’editoria che abbraccia tutti da quella laica a quella religiosa. Lei lo sa benissimo, e in particolare per questa ultima, vedi il suo settimanale, che è uno dei più validi ed efficaci strumenti di evangelizzazione come scrive Francesco Fisoni nelle pagine della diocesi di San Miniato del 2 settembre: «Il giornale non dovrebbe mai mancare o rimanere invenduto in ogni parrocchia» e, «entro certi limiti dovrebbe essere affrancato da vincoli di bilancio». Così facendo si potrebbero risolvere anche tanti vostri problemi di bilancio cooperativo. Da valutare i rischi dal richiedere ulteriormente aiuto ai fedeli lettori abbonati con la soluzione richiesta. Potrebbe far nascere in loro un senso di rigetto. Per quanto mi riguarda le posso dire che per solidarietà collaboro e lo faccio per chi manca del «pane» nel senso più ampio: per un giornale mi astengo! Mi perdoni la franchezza, direttore!
Non ho niente da perdonarle, caro Romano, anzi: ho solo da dirle grazie. Per prima cosa perché mi permette di spiegare che l’iniziativa «adotta un lettore» nasce dal fatto che realmente alcuni, non pochissimi, ci dicono di non poter rinnovare l’abbonamento per motivi economici. Allora, pensando che quella dei lettori del settimanale possa essere una sorta di famiglia, perché non aiutarsi al proprio interno? Tutto qui. È vero che un giornale non è pane materiale, ma è pur sempre pane culturale di cui dovremmo comunque avvertire il bisogno. Lei stesso, citando un articolo dalle pagine di San Miniato, condivide che addirittura «Toscana Oggi» possa essere «uno dei più validi ed efficaci strumenti di evangelizzazione». E questo è il secondo motivo di gratitudine, ancora più sentito del primo, perché il ruolo di un giornale come questo non arriva a tanto. Si accontenta, sempre che ci riesce, di dare una serie di informazioni sulla vita delle Chiese che sono in Toscana che altri non danno, di creare comunione tra le diocesi stesse e di contribuire a pensare con la propria testa.
Andrea Fagioli