Il «pianeta rosso» e quello «nero»

Caro Direttore,settimanalmente leggo sul nostro giornale la rubrica il pianeta in rosso (il comunismo ateo) di Averardo Dini che ci illustra dettagliatamente le malefatte del comunismo ateo.Marx è nato nel 1813 e morto nel 1883 e il «Manifesto» è stato scritto nel 1848. Penso che prima di lui il comunismo nel mondo non ci fosse, il profitto e lo sfruttamento dell’uomo già esistevano. Penso agli schiavisti che per profitto commerciavano carne umana da sfruttare nelle piantagioni del Nuovo mondo, a tutti gli uomini uccisi nelle varie guerre coloniali, a tutti gli operai uccisi perché reclamavano maggior dignità sul lavoro. Penso a Pietro il Grande a Caterina di Russia: quanti morti eppure loro erano credenti in Cristo i loro sudditi erano schiavi anzi non esistevano.

Cristo è l’unico vero liberatore dell’uomo invece in nome di Lui quanti misfatti e il comunismo ancora no c’era. Poi è arrivato il comunismo e doveva aprire un’epoca nuova, doveva iniziare la liberazione degli oppressi e riparare tutte le ingiustizie arrecate agli uomini. Invece il comunismo è crollato lasciando una scia di morte e desolazione. Il comunismo non esiste più. Quindi la giustizia, la libertà, l’uguaglianza la pace ecc. dovrebbero risorgere dopo la caduta di questo male. Invece l’ingiustizia, lo sfruttamento, l’odio, la ricchezza sfrenata fanno da padroni nel Mondo.

Un male subdolo è rimasto ma non se ne parla mai o pochissimo e questo avviene oggi. Ma lo voglio narrare con le parole Jean Ziegler «Centinaia di miliardi di dollari provenienti dal Congo, dalle Filippine, da Haiti e da molti altri paesi del Terzo mondo… che transitano sui conti segreti prima di raggiungere i mercati borsistici dell’Occidente, sono il sangue e la miseria dei popoli di tre continenti. Mentre in Africa, in America Latina e in Asia i bambini si prostituiscono e muoiono di fame, mentre le famiglie si sfasciano e gli uomini e le donne cercano invano un riparo o un lavoro, i miliardi della corruzione, dell’evasione fiscale, del saccheggio si accumulano sui conti delle élite dirigenziali di quei paesi. Come Moloch, l’oligarchia bancaria multinazionale si nutre della carne e del sangue dei popoli prigionieri, costretti al tributo dei tre continenti più poveri del nostro pianeta».Lo ripeto il comunismo non c’è più. Questa è oggi la situazione internazionale: Caro Direttore mi sembra giusto aprire una rubrica che ci parli del pianeta in nero (Neoliberismo capitalista ateo) e delle sue aberrazioni. Noi cristiani abbiamo bisogno di conoscere tutta intiera la verità.Roberto LombardoFirenze Lo abbiamo già precisato tempo addietro in questa stessa pagina (n. 12 del 23 marzo 2003): la rubrica curata da don Averardo Dini si intitola «Pianeta in rosso» solo perché si occupa di martiri, cioè di persone che hanno pagato col sangue la loro fede. Il rosso è infatti, per la Chiesa, il colore del martirio e non c’entra nulla con il colore simbolo del comunismo. Solo casualmente don Averardo è partito con una serie di brevi schede su martiri in paesi comunisti, ma la scaletta dei suoi interventi intende spaziare su ogni latitudine e su ogni colorazione politica. Del resto alcune puntate sono già state dedicate ai «martiri del nazismo».Non carichiamo però questa piccola rubrica di aspettative esagerate. Un’attenzione alle aberrazioni del «neoliberismo capitalista ateo», come lei le definisce, si addice piuttosto ad altre pagine del settimanale, pur tenendo conto che il nostro è un «periodico di informazione locale». Le segnalo, ad esempio, la rubrica «Sette giorni nel mondo», lo spazio che abbiamo dato alle vicende della guerra in Iraq così come a quelle della Terra Santa, l’attenzione alle esperienze missionarie e di cooperazione internazionale.