I cattolici di fronte al voto

Caro Direttore,a proposito del sempre attuale argomento del voto dei cattolici, mi permetto di far rilevare come un cattolico dovrebbe, prima di far cadere la scelta su un partito, interrogarsi se tale forza politica è sensibile all’insegnamento e alla dottrina sociale della Chiesa. A quei cattolici che si dicono sicuri di votare per le forze di sinistra faccio notare alcuni punti sui quali la politica di sinistra si pone in radicale ed insanabile contrasto con l’insegnamento della Chiesa.

1) a proposito dell’aborto. Si pensi, inoltre, alla feroce battaglia che la sinistra sta portando avanti contro la proposta di legge per la tutela del concepito attualmente all’esame del Parlamento.

2) a proposito della educazione sessuale. Vedi l’incitamento ai preservativi nelle scuole, la derisione a proposito dell’insegnamento della Chiesa sulla castità prematrimoniale e sui metodi naturali di controllo delle nascite. 3) a proposito delle droghe cosiddette leggere. Essa è favorevole alla legalizzazione.

4) a proposito della legge sulla fecondazione assistita. In particolare la propensione della sinistra per la fecondazione eterologa: cioè del seme non del marito, ma di un terzo.

5) a proposito del riconoscimento per legge delle coppie di fatto, delle coppie omosessuali e del riconoscimento a queste ultime anche del diritto ad adottare figli. Ciò sarebbe un attacco terribile e senza precedenti al principio della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio (art. 29 Costituzione)

6) a proposito della scuola: netta contrarietà al buono scuola e alla parità scuola pubblica- scuola privata, più volte auspicata e chiesta allo stato italiano anche da Giovanni Paolo II.

7) a proposito dei segni cristiani nelle scuole (vedi crocifisso, presepe a Natale). Si pensi a quegli insegnanti elementari di sinistra i quali hanno fatto di tutto per eliminare il crocifisso dalle aule e per abolire la bellissima usanza dell’allestimento del presepe a Natale; in nome della cosiddetta tolleranza hanno sputato sopra i diritti della maggioranza cattolica.Michele FerrariCarrara (Ms) Il tema è di quelli che torna spesso nella posta dei nostri lettori e più volte siamo intervenuti sia in questa rubrica che in altre parti del settimanale. Lo facciamo ancora, adesso che le amministrative sono archiviate, pur sapendo che è difficile ragionare con serenità su questi temi e il rischio del dialogo tra sordi è sempre dietro l’uscio.Il nostro lettore fa un elenco di sette «vizi» della sinistra italiana. Purtroppo sono veri anche se c’è da chiedersi se derivino da una visione «di sinistra» (butto lì il termine ben sapendo che, come il suo opposto, avrebbe bisogno di molti chiarimenti) o piuttosto da un certo radicalismo che ha pervaso l’intera società italiana (basti pensare al malumore di una parte del centro-destra per la nuova legge sulla fecondazione assistita). Ma un altro lettore, diversamente orientato avrebbe buon gioco ad evidenziare altri «vizi» della politica, ascrivendoli magari tutti al centro-destra (e anche in questo caso sbaglierebbe), come il liberismo selvaggio che non tiene conto delle persone o la chiusura pregiudiziale nei confronti degli immigrati che talvolta sfocia in autentico razzismo.Prendiamo allora atto che gli schieramenti politici italiani sono comunque delle aggregazioni eterogenee, spesso anche molto contraddittorie, e valutiamo senza dogmatismi i singoli atti e i singoli provvedimenti, pronti anche a convergenze trasversali quando ci sia di mezzo il bene del nostro Paese. Ed evitiamo anche di pretendere patenti di «cattolicità» alla propria parte politica e di accusare di tutte le nefandezze possibili quella opposta.