Gli «schiaffi» di Feltri per la Tonelli

Caro Direttore,una breve riflessione su due servizi apparsi sugli ultimi due numeri di Toscanaoggi. Il primo riguarda la vicenda del sindaco leghista che ha fatto multare la donna musulmana che portava il velo (n. 35). È evidente che egli non voleva costringere la donna a rendersi riconoscibile (oltre a tutto, era una sua compagna di scuola!), ma solo accrescere la tensione fra etnie e religioni, e provocare artificiosi conflitti. I rischi di un tale uso dei poteri pubblici, in un mondo in cui i conflitti mostrano i loro tragici esiti, sono assai gravi. Ma appaiono ancor più gravi nella prospettiva dei futuri assetti costituzionali: si capisce infatti cosa intendano certi settori politici quando rivendicano la «devoluzione» delle competenze esclusive in materia di «polizia locale». Il secondo servizio è quello su Annalena Tonelli, a pag. VIII del supplemento del n. 36. Ecco un’altra di quelle persone – mi è venuto di pensare – che il giornalista Vittorio Feltri prenderebbe volentieri a schiaffi alla loro partenza, ed a calci al loro ritorno. Tra l’altro, anche lei si dava pensiero più dei somali, che l’hanno poi uccisa, che di coloro che le avevano elargito riconoscimenti in patria. Ma non mi preoccupa Feltri, bensì quella fetta di opinione pubblica che, magari senza accorgersene, assorbe quella insensibilità e quel cinismo. Di fronte ai modi di pensare, abbastanza correnti, che ambedue le vicende fanno emergere, mi domando: non sarebbe forse il caso di dare un’occhiata al Vangelo, quando dobbiamo valutare ciò che accade intorno a noi? Piero BrunoriFirenze E’ vero, caro Piero, in un tempo, in cui i conflitti mostrano i loro tragici esiti, chi ha responsabilità pubbliche non dovrebbe esasperare le tensioni, come nel caso del sindaco di Drezzo, o addirittura crearle come è avvenuto a Treviso dove il sindaco leghista ha ordinato la chiusura di due luoghi di preghiera che i musulmani avevano in città. Ambedue ovviamente si sono rifatti a vecchi decreti ancora in vigore, ma senza usare – meglio senza voler usare – quell’intelligente discernimento che valuta e pesa le conseguenze. In quest’ottica suscitano giuste preoccupazioni le «competenze esclusive» che la devoluzione di recente approvata alla Camera attribuisce alle Regioni in materia «di polizia amministrativa regionale e locale», anche perché le delibere risentiranno necessariamente dei condizionamenti locali o politici, anche di segno opposto.Io non so quale sia il giudizio di Vittorio Feltri su Annalena Tonelli e in verità poco me ne importa. So che dalla lettura del bel libro, scritto dai giornalisti Miela D’Attilia Fagiolo e Roberto Zanini («Io sono nessuno», ed. San Paolo 2004), che ne ripercorre la vicenda umana, emerge una figura di donna intelligente, decisa e dolcissima che, pur tra tante difficoltà, ha realizzato nell’Africa più povera opere mirabili. Ma il libro ne fa emergere per così dire il «segreto», la radice prima del suo operare: una grande fede, una fede abramitica che la spinge a spendersi per amore, per quelli che chiama «i brandelli di umanità ferita».Di fronte a queste persone ci sentiamo tutti piccoli e ringraziamo Dio che ci siano e siamo grati anche a chi ce le fa conoscere. E penso che sia difficile rimanere insensibili o cinici perché fanno sempre pensare, anche coloro che, forse per partito preso, possono tacciarle di ingenuità.

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