Far la spesa pensando agli altri

Caro Direttore,anche quest’anno parteciperò sabato 27 settembre alla a Colletta Alimentare, da voi presentata sul n. 42 di Toscanaoggi. Vorrei raccontarle, e far sapere ai lettori del settimanale, il motivo che mi ha portato anche quest’anno ad aderire alla proposta di fare da «capo equipe». Tre anni fa ho detto sì perché la mia amica Monica mi chiese di darle un aiuto, poi le volte successive ho deciso di aderire perchè ero rimasta colpita dall’attenzione che i responsabili del Banco Alimentare avevano per me. Per esempio quando sono andata alle riunioni prima della Colletta, per la loro accoglienza e gratitudine, oppure quando Natale Bazzanti, il presidente, ci ha scritto i messaggi SMS la mattina stessa della Colletta, o quando il responsabile regionale della Colletta Paolo Acanti è passato a trovarci dalla Coop di Scandicci dove la mia equipe era all’opera, o quando sono andata a ritirare il materiale al Banco, dove si respira sempre veramente l’aria di tanta ospitalità… Ecco, questi sono alcuni esempi che mi hanno colpito, perché non ho mai trovato divisione tra l’amicizia delle persone del Banco – per come sono stata trattata da Natale e Paolo, come pure da Croce Di Michele e Leonardo Carrai – e lo scopo della Colletta, in cui l’attenzione alla persona è il primo obiettivo. Così, oltre a ringraziarli, li ho tenuti e li tengo presenti perché anch’io possa fare come loro hanno fatto con me.Elisa OrsoliniFirenze La tua lettera, cara Elisa, mi permette di sottolineare alcuni aspetti che caratterizzano la «Colletta alimentare», che il «Banco alimentare» promuove ormai da alcuni anni con successo e partecipazione anche nella nostra regione. L’idea che la anima è molto semplice: invitare il 27 novembre chi fa la spesa nei supermercati a non farla solo per sé, ma ad acquistare qualcosa o molte cose per chi si trova in difficoltà. Questa merce si raccoglie e si distribuisce senza troppi passaggi ad enti e istituzioni che quotidianamente provvedono ad assicurare un pasto, e non solo, alle tante povertà che sono presenti nelle nostre città e che hanno volti antichi, ma sempre più spesso anche volti nuovi che indicano un crescente disagio.La Raccolta è in fondo un filo che collega aiuto e bisogno e questo filo è rappresentato e sostenuto dalle migliaia di volontari, per lo più giovani, che si impegnano in quest’opera che non si esaurisce nel lavoro di un solo giorno.Ma nella tua lettera c’è però un punto che merita di essere evidenziato. Il tuo convinto coinvolgimento nell’iniziativa della Colletta è dovuto soprattutto dall’esserti sentita accolta e valorizzata come persona e resa partecipe dello spirito dell’iniziativa. E così al di là dell’impegno che ti veniva richiesto hai scoperto amici con cui poter condividere qualcosa di più di un servizio.Questo per i nostri gruppi e le nostre parrocchie è un invito a non cercare solo braccia ma ad essere sempre più capaci di accoglienza e valorizzazione della persona.

Torna la «colletta»: pancia piena non sa di vuota…