Don Lorenzo Milani, cosa interessa sapere e cosa no
Due libri su don Lorenzo Milani a breve distanza l’uno dall’altro sono superflui. Far sapere, per esempio, che don Milani apparteneva ad una famiglia fiorentina benestante, che possedeva una villa a Castiglioncello dove trascorreva l’estate insieme ad altri fiorentini altrettanto facoltosi non interessa nessuno. Don Milani resta nella storia dell’educazione sviluppata a fatica nell’immediato dopoguerra (e posso ben dirlo avendo una lunga vita) e come tale va ricordato. Altra Italia allora, ricca di speranza per un domani migliore che è durato qualche decennio fino a quando non è arrivata la «buona scuola» che non ha certo una impronta benché minima di don Milani. Anzi il contrario. Ma questo ci porterebbe lontano. Chi scrive ha un documento del 19 marzo 1983: «Chiesa-cultura-scuola in don Milani». Si tratta degli atti di un convegno di studi che i due autori dei libri recenti dovrebbero leggere almeno per conoscenza.
Non so, caro Lorenzini, a quali libri si riferisca. Negli ultimi tempi abbiamo registrato un forte rinnovato interesse per la figura di don Lorenzo Milani. Almeno a livello editoriale, ma non solo. Si cercano sguardi nuovi sulla vita del priore di Barbiana, come abbiamo titolato nel numero scorso recensendo il libro del collega Mario Lancisi (Processo all’obbedienza, Laterza). La prossima settimana parleremo invece del ritorno in libreria di Michele Gesualdi, ex ragazzo di Barbiana e presidente della Fondazione don Lorenzo Milani, con un volume delle edizioni San Paolo, Don Lorenzo Milani, l’esilio di Barbiana, con prefazione di Andrea Riccardi e postfazione di don Luigi Ciotti. Da poco sugli scaffali c’è anche il libro di suor Maria Rosaria Sorce, Da Assisi a Barbiana il sentiero di don Milani (Morlacchi), che tra le altre questioni affronta la «riabilitazione» di Esperienze pastorali, una vicenda che sta particolarmente a cuore al cardinale Giuseppe Betori, che ne è stato il principale artefice. Altri libri su don Milani sono usciti di recente e altri ne usciranno. È giusto che sia così finché c’è qualcosa da dire per aiutare a comprendere il personaggio e il suo operato. Allora può servire anche sapere delle vacanze a Castiglioncello.
Andrea Fagioli