Documenti vaticani, l’esemplare intervento del Papa

Caro direttore, questa lettera nasce spontanea, dopo aver ascoltato dal vivo Papa Francesco all’Angelus di domenica 8 novembre. Tralasciando il commento al Vangelo dell’Obolo della vedova, arricchito dal simpaticissimo aneddoto personale delle tre cotolette servite per il pranzo festivo, necessarie a una famiglia già a tavola, per condividerle con quei poveri che in quel momento avevano bussato alla loro porta, piuttosto che prenderle dal frigorifero dove c’era il superfluo, mi preme subito sottolineare la opportuna e felice spiegazione del Papa sui fatti della fuga di documenti che hanno per un’intera settimana amareggiato milioni di cattolici.

Già la sintesi dell’illuminato intervento («Diffondere documenti è reato, triste e deplorevole, ma non mi fermeranno!») evidenzia la determinazione di un Pontefice che non si lascia certamente intimorire da gesti di pietoso squallore.

Abbiamo letto e ascoltato in questi ultimi giorni fiumi di parole d’illustri opinionisti, anche cattolici, e perfino i comunicati ufficiali di Padre Lombardi non hanno contribuito a fare chiarezza su un evento di tale importanza. Papa Francesco invece, con trasparente semplicità, ma anche con un messaggio di dimensione universale – qual è la finestra di Piazza San Pietro durante l’Angelus della domenica – ha reso giustizia allo sconcerto che si era creato in tutto il mondo. Per voler commentare l’accaduto, bastano le parole del Papa per un reato triste e deplorevole che accomuna soprattutto chi ha trafugato i documenti, ma anche chi li ha diffusi, omettendo la nobile causa del Papa che li conosceva avendoli chiesti per fare chiarezza da sé. Chiudo qui, caro direttore, il mio scritto, pregandoti invece di pubblicare integralmente i passaggi centrali dell’intervento di Papa Francesco.

Mario Bertini

Eccoti giustamente accontentato, caro Mario. Queste sono le esatte parole pronunciate dal Papà dopo l’Angelus di domenica scorsa: «Cari fratelli e sorelle, so che molti di voi sono stati turbati dalle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito di documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati. Per questo vorrei dirvi anzitutto che rubare quei documenti è un reato. È un atto deplorevole che non aiuta. Io stesso avevo chiesto di fare quello studio, e quei documenti io e i miei collaboratori già li conoscevamo bene, e sono state prese delle misure che hanno incominciato a dare dei frutti, anche alcuni visibili. Perciò voglio assicurarvi che questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi. Sì, con il sostegno di tutta la Chiesa, perché la Chiesa si rinnova con la preghiera e con la santità quotidiana di ogni battezzato. Quindi vi ringrazio e vi chiedo di continuare a pregare per il Papa e per la Chiesa, senza lasciarvi turbare ma andando avanti con fiducia e speranza».

Anziché i «passaggi centrali», ho preferito, caro Mario, riportare il testo integrale, tra l’altro piuttosto breve, al quale non c’è niente da aggiungere. Ribadisco soltanto l’importanza del gesto compiuto da Francesco, che ha scelto la «sua» Piazza, e quindi il mondo intero, per dire, nella massima trasparenza, come esattamente stanno le cose e screditare, di fatto, chi vorrebbe attentare all’autorità morale di Francesco affermando falsamente di operare per il suo bene.

Andrea Fagioli