Cremazione e ceneri: cosa dicono le leggi civili e la Chiesa
Gentile direttore, un mio parente recentemente deceduto aveva chiesto la cremazione del suo corpo al momento della morte e la dispersione delle ceneri al vento o in mare. So che la Chiesa negli ultimi decenni ha permesso questa pratica pur raccomandando vivamente la pia consuetudine di seppellire i corpi sull’esempio di Gesù che fu inumato. Personalmente penso che in una società che tende a nascondere la morte, i cimiteri ci ricordano i nostri limiti e la nostra precarietà di persone umane e le tombe che conservano i resti mortali sono uno strumento visibile per rafforzare il legame affettivo con coloro,parenti e amici, che ci hanno preceduto. Desidererei sapere se la dispersione delle ceneri o la conservazione delle stesse in casa sono permesse, sia dalle autorità civili che religiose.
Fabio Mendler
Non ho nessuna intenzione, caro Mendler, di sostituirmi ai nostri bravi teologi che curano la rubrica più seguita di questo giornale: «Risponde il teologo», appunto. Ma visto che lei si rivolge a me, provo a risponderle con quello che so, confortato dal fatto che anche di recente sono usciti documenti in proposito. Tra questi un’istruzione della Congregazione vaticana per la Dottrina della fede che ribadisce l’ammissibilità della cremazione, ma dice no alla dispersione e alla conservazione delle ceneri in casa. L’istruzione raccomanda anche per le ceneri la sepoltura nel cimitero o in altro luogo sacro. Questo «nel ricordo della morte, sepoltura e risurrezione del Signore, mistero alla luce del quale si manifesta il senso cristiano della morte».
La Chiesa non ha mai condannato la cremazione in sé. Non ha mai detto che è incompatibile con l’immortalità dell’anima e la resurrezione dei corpi. La Chiesa ha condannato l’ideologia antireligiosa e anticristiana che la accompagnava. Al tempo dell’Illuminismo, ad esempio, la cremazione era un modo per manifestare il proprio ateismo e per ribadire la ribellione contro la Chiesa. La massoneria, in particolare, aveva fatto della cremazione la sua bandiera contro la Chiesa. Al punto che, nel 1886, il Sant’Uffizio fu quasi costretto a condannare la cremazione. Ma non per ragioni dottrinali. Fino a quando, nel 1963, passato il pericolo dell’ambiguità e, soprattutto, il motivo dell’odio contro la fede, lasciò ai cattolici la libertà di scegliere di poter essere cremati. L’incenerimento è, quindi, per la Chiesa una modalità di sepoltura rispettosa del cadavere allo stesso modo dell’inumazione.
Il discorso è ovviamente diverso per le leggi civili che non solo permettono la cremazione (questo è ovvio), ma anche (purtroppo) la dispersione e la conservazione delle ceneri in casa.
Andrea Fagioli