Commenti difficili e troppi errori
Sono un vostro lettore, che cerca di leggere (quasi) tutto il giornale. Il numero degli «errori di stampa» che trovo è veramente notevole, e mi sembra superiore ad altri periodici che leggo. Spesso gli errori sono banali e permettono con un pò di disagio di seguire e capire il discorso ma a volte la cosa non è così semplice. Ad esempio nel numero del 12 febbraio nella risposta di padre Valerio Mauro in terza colonna «Con Urbano VIII e Benedetto XVI…»! E non è facile immaginare quale Benedetto sia. Nell’articolo di Romanello Cantini a pag 9, terza colonna «non potevano spendere più di cinquecentomila lire se erano candidati al senato e più di seicentomila lire se erano candidati al senato». Qui la cosa non è molto importante, ma leggendo uno si ferma dubbioso e torna indietro a cercare dove ha letto male. Ci sono almeno altri 4 o 5 refusi e la cosa dispiace anche perché, ripeto, altri periodici non hanno lo stesso livello di errori. È così difficile chiedere ai collaboratori di essere più attenti e/o trovare 10/20 persone che leggano con attenzione una pagina controllando solo le assurdità tra il lunedì sera e il martedì sera? Per quanto possa servire io sono anche disponibile ad impegnarmi per contribuire (gratuitamente) a tale controllo.
Egregio direttore, sono un lettore di Toscana Oggi e della rubrica «Leggere la Parola» affidata da tempo a Giancarlo Bruni dell’Eremo delle Stinche di Panzano. Devo lamentarmi però del fatto che il linguaggio è molto difficile tanto che un lettore non laureato in teologia/filosofia non riesce a comprendere il testo. Sarebbe auspicabile che l’importante commento al Vangelo della domenica seguente fosse trattato in maniera più semplice e accessibile a tutti.
Nei giornali, solitamente, le lettere critiche trovano poco spazio. Noi contravveniamo volentieri a questa «regola» e ne pubblichiamo due insieme. La seconda si riferisce a una delle nostre rubriche tradizionali, forse l’unica che non è mai mancata su queste pagine: «Leggere la Parola». Premetto, per dovere di cronaca, che non tutti i lettori la pensano come l’amico Francesco Bardotti. Ad esempio, appena messa in pagina questa missiva, un altro lettore per email definiva «bellissima» la riflessione quaresimale sulle tentazioni pubblicata la settimana scorsa. Per quanto mi riguarda, pur capendo l’auspicio del nostro lettore, di cui terremo conto, ritengo che i commenti non possano essere troppo semplificati per non correre il rischio di banalizzare la Parola, che è e resta Parola di Dio. Ciò non significa che debbano essere incomprensibili ai più, ma questo non mi sembra il caso del nostro Giancarlo Bruni al quale va un ringraziamento particolare per il prolungato e qualificato impegno che si è preso. Per quanto riguarda invece l’altra lettera non possiamo che ammettere le nostre colpe (non dei collaboratori) e ringraziare l’amico Paolo Maurenzig per la fedeltà della lettura e la disponibilità. Dico solo, anche qui per dovere di cronaca, che la «macchina» di Toscana Oggi è abbastanza complessa: tra pagine regionali e pagine diocesane (16 diverse edizioni) passano dalla redazione ogni martedì qualcosa come 130-150 pagine. Facciamo il possibile per rileggerle tutte, ma a volte inevitabilmente qualcosa scappa. Il guaio è che ci scappa anche qualche sfondone. Staremo più attenti. A proposito: il Benedetto era quattordicesimo.
Andrea Fagioli