Cirio, Parmalat e l’invito ad indebitarsi

Caro Direttore,è impossibile oggi non constatare che dal momento in cui la nostra società ha eletto a fine ultimo della vita, il «dio denaro» e l’arricchimento personale, si sono perduti molti dei valori che hanno fondato e fatto progredire la cultura del rispetto degli altri e la nostra civiltà, quali fruitori garantiti dalla generale onestà delle persone. Io ricordo che agli inizi degli anni ’90 un comune operaio chiedeva un mutuo alla Banca e in 10 anni onorava i pagamenti riuscendo ad acquistare la prima casa; oggi il più delle volte non riesce a portare a compimento l’acquisto nemmeno con un finanziamento a 20 anni. Cosa è successo? Io non credo che i casi di cui oggi sono pieni i giornali quali: Bond Argentina, Cirio e Parmalat siano incidenti di percorso ma il frutto–risultato di un sistema, e mi spiego: sono convinto che ben pochi operatori del settore bancario siano rimasti con il «gobbo nero» in mano, però l’hanno venduto! Certo c’erano richieste pressanti dal capo ufficio o da chi per lui; in quanti per una gita premio o per pochi o tanti soldi di ricompensa si sono turati il naso ed hanno preferito non ascoltare la coscienza (dal dizionario più evoluto del nostro vivere è così definita: animale quasi del tutto estinto) e fare il proprio interesse, magari pensando ad un passaggio di ruolo estorto sulla poca polpa rimasta attaccata alle ossa dei poveri ultimi risparmiatori italiani.Ed ancora: rabbrividisco, allo spot del grazie al sacchetto giallo della spesa, che la televisione tante volte ci propina. I nostri economisti chiedono alle famiglie di indebitarsi e farsi carico di una ripresa che tarda a venire; io non ho mai sentito nella storia che una nazione abbia fondato il proprio futuro sull’indebitamento delle famiglie!… Ancora piccoli uomini: possibile che queste considerazioni, che le famiglie vivono sulla pelle ogni giorno fino ad arrivare a non quadrare il bilancio, non diventino attenzione e problema per il «politico sistema Italia»? Possibile che operatori e responsabili si turino ancora il naso e perpetrino continuamente vendite di prodotti che altro non sono se non buchi neri nel bilancio dei risparmi, di ieri, delle famiglie italiane? Un sistema, il nostro, che trova alimentazione solo negli sciocchi che riescono a dire solo «yes»; illusi dal luccichio della propria scrivania e pieni del loro falso potere ne fanno uso per negare un finanziamento a chi sa fare sacrifici fino all’inverosimile pur di tirare avanti e poi su richiesta sanno erogar miliardi, solo per compiacere il potente di turno.Auspico a tutti i coinvolti in questi buchi neri che il sistema si fondi domani sulla professionalità degli operatori; che nella formazione non si insegni o imponga solo lo «yes man» ma anche la responsabilità per non creare danni. È importante non portare alla rovina migliaia di famiglie a beneficio di pochi che sembrano grandi uomini ma che in realtà non hanno il coraggio di capire che, oltre un certo limite, si fanno enormi danni a cittadini che inconsapevolmente credono alla sirena di turno: il male gratuito non porta lontano.Carlo RossiTerricciola (Pi) Condivido in pieno le sue riflessioni. Innanzitutto c’è un problema nel sistema bancario, implacabile con i piccoli (ne sanno qualcosa le tante famiglie alle prese con un mutuo) e altrettanto «disponibile» con i poteri forti. È una riflessione che dovrebbe coinvolgere in primo luogo i cattolici che circa un secolo fa davano vita alle Casse Rurali e Artigiane o alle cooperative sociali, proprio per venire incontro ai bisogni concreti della gente. Quanto è rimasto di quell’ispirazione in alcune figure di banchieri cattolici che in questi giorni sono, loro malgrado, nell’occhio del ciclone per gli scandali Cirio e Parmalat? Non abbiamo forse un po’ tutti piegato la testa al «dio denaro» e al suo feticcio, il «libero mercato»?E qui si inserisce anche l’altro aspetto: è proprio giusto promuovere indiscriminatamente i consumi? È proprio questo il «toccasana» per la nostra economia e per il benessere del Paese? Anche a costo dell’indebitamento delle famiglie o dello sperpero di risorse in beni inutili?