Ci troviamo già in un regime?

Caro Direttore,non voglio entrare in polemica con alcuno, né tanto meno con il signor Corsi, in merito alla sua lettera pubblicata sul n. 19, né tanto meno personalizzare il dibattito che può giustamente esserci tra i lettori. Ritengo che quanto affermato in merito all’assenza dai banchi del Consiglio regionale (almeno credo) degli esponenti della Margherita nella votazione da lui segnalata, sia da sottolineare ed evidenziare: quando si ricopre un ruolo pubblico e si è chiesto il voto agli elettori, è necessario di conseguenza, assumersi la responsabilità e decidere in un modo o nell’altro, in particolare quando si affrontano importanti e delicati argomenti. Credo, quindi, si debba essere coraggiosi e lavorare anche trasversalmente e soprattutto essere coerenti al nostro credere ancor prima di essere fedeli alle appartenenze politiche e questo deve valere per tutti.Il mio disappunto va al responsabile della rubrica «I lettori ci scrivono» perché quando un lettore scrive, qualunque cosa scriva, si assume la piena responsabilità delle proprie affermazioni, perciò le lettere vanno pubblicate interamente e non censurate in particolare se non superano le trenta righe dattiloscritte, oppure è lecito pensare e ritenere che ci troviamo già in un regime dove non sia più lecito esprimere propri pareri nemmeno sul nostro giornale.Aldo VaianiVaiano (Po)

Toscana oggi, a differenza della maggior parte degli altri giornali, non sintetizza le lettere a qualche decina di righe, preferendo pubblicarle integralmente quando di dimensioni accettabili. In qualche caso si interviene con l’intento di migliorare l’efficacia espressiva, depurando lo scritto da inutili ripetizioni o da qualche divagazione e se si riduce, comunque, lo si fa solo… per dar spazio anche ad altri. Ma sempre si cerca di rispettare integralmente il pensiero del lettore, senza censure di tipo politico. Nel caso della sua lettera, pubblicata sul n. 18, abbiamo omesso gli ultimi due capoversi ritenendo che non aggiungessero niente di importante al suo precedente argomentare. Per il resto avevamo operato il taglio di due piccoli incisi che ci sembrava affaticassero il discorso. Di fronte a questi piccoli tagli mi sembra davvero esagerato evocare l’esistenza di un «regime»! Tenga comunque presente che la legge sulla stampa considera come un’aggravante la pubblicazione di espressioni diffamatorie e ne chiama a rispondere il Direttore, sia in sede civile che penale, anche quando quelle opinioni siano espresse da un lettore. Non è il suo caso, ma se da una lettera viene tolta un’espressione potenzialmente ingiuriosa o diffamatoria, il Direttore fa solo il proprio dovere.