«Case chiuse», appello a Berlusconi

Caro Direttore,riguardo al dibattito che si riapre sulla prostituzione, avevo inviato a suo tempo una lettera agli allora ministri Catia Belillo e Livia Turco. Riassumendo ecco ciò che dicevo: la prostituzione è un male e come tale va combattuto. Non va tollerato, canalizzato, controllato, racchiuso in un settore della città, vietato fuori, ma consentito dentro, ecc. No, tutto ciò è illusorio. Secondo me vi è un’unica strada e cioè: scoraggiare i clienti. Il problema semmai è come scoraggiarli.

All’attuale Presidente del Consiglio io dico: «Caro Presidente, io ho votato per lei anche perché ho creduto che rappresentasse una difesa dei valori cristiani nella società. In questo momento storico così grave e rischioso per noi cristiani, è importantissimo difendere la nostra identità, anche culturale, anche pubblica, per questo le dico: difenda i valori cristiani se vuole veramente far del bene all’Italia. Infatti, nelle mani di chi è il governo della storia, se non è di Dio? E se noi ci affidiamo a Dio e ci sforziamo di essergli fedeli, anche come società, non pensa che Dio ci aiuterà e non ci abbondonerà? Ma se noi per primi ci allontaniamo da lui, che cosa possiamo più sperare?».

Non stiamo a dire che questo è il mestiere più antico del mondo, e che si deve chiudere un occhio… allora, anche i ladri e gli assassini ci sono sempre stati e ci saranno sempre, ma non per questo si legalizza il furto e l’omicidio (o si dice che sono leciti in una certa parte della città).È chiaro che la via più comoda, la meno rischiosa, la più applaudita (tanto chi se ne frega di qualche povera donna!) è quella della connivenza col male, ma noi non dobbiamo scegliere la via più comoda, dobbiamo scegliere la via giusta, che è quella della lotta contro il male. Noi invece che facciamo? Un male non si riesce ad estirparlo? Semplice, lo si legalizza ed ecco che il male non c’è più! Un fiume è inquinato? Semplice! Invece di faticare a purificarlo innalziamo la soglia di tolleranza dell’inquinamento e così questo non c’è più. Anna BirardiFirenze Mi auguro che l’uscita del Presidente del Consiglio sulla possibilità di riaprire le «case chiuse» sia stata solo un infortunio e che d’ora in avanti Berlusconi segua i consigli che don Oreste Benzi gli ha ripetuto nell’incontro a Palazzo Chigi dello scorso 17 gennaio, quando gli ha chiesto un «decreto legge urgente per punire chi ha rapporti sessuali con donne straniere che si prostituiscono sulla strada o nei locali». La verità – ha detto don Benzi al Presidente del Consiglio– è che «tutte o quasi le prostitute straniere sono clandestine e schiave» e dunque «è necessario che il governo non si renda connivente con questo stupro di massa. Lo Stato non può lasciare in schiavità 60 mila donne, il 30-40% delle quali minorenni, per soddisfare gli appetiti di una decina di milioni di italiani». Trovo giustissimo questo modo di porre il problema su un piano «laico». Purtroppo, però, ci sono anche tanti cristiani che nella prostituzione vedono solo il problema dello «scandalo pubblico» e per questo chiedono la regolamentazione per legge del meretricio e la riapertura delle «case chiuse», dimenticandosi che il vero «scandalo» sono i milioni di clienti.