«Boicottiamo le aziende che fanno spot coi santi»
Caro Andrea, nella tua veste sia di direttore di «Toscana oggi», che di credente, ti chiedo di prendere una posizione netta e precisa, sul mal uso di inserire figure religiose, come i Santi, negli spot pubblicitari. Ho appena visto in tv, l’ultima pubblicità della «Red Bull», dove la figura di San Pietro, del Paradiso e degli Angeli non solo è sminuita e denigratoria per i credenti, ma secondo me anche offensiva. Sono stufo, stanco, indignato, di vedere continuamente che multinazioni usano figure religiose care a noi cristiani, usate per vendere merce, o dipinte come macchiette. Mi sento profondamente offeso nel mio sentimento religioso, e non capisco perché chi della nostra fede religiosa dovrebbe essere scudo e faro, come la Chiesa, e anche il giornale di cui tu sei direttore Andrea, tacciano e non protestino alzando la voce. Basterebbe che si cominciasse a boicottare sistematicamente la merce venduta da queste multinazionali, facendone calare le vendite e di conseguenza i profitti, per fare smettere immediatamente queste pubblicità offensive. Io da solo posso poco, ma un giornale come «Toscana Oggi», può lanciare questo boicottaggio e portarlo all’attenzione di tutti i cattolici.
Come vedi, caro Alberto, per quello che mi è possibile rilancio la tua proposta che è quella di boicottare i prodotti che si affidano a una pubblicità offensiva per i credenti o forse sarebbe meglio dire per tutti gli intelligenti. Ti ringrazio per la fiducia che riponi in «Toscana Oggi» anche se non so a quanti cattolici possiamo realmente arrivare e soprattutto se siamo in grado di convincerli ad intraprendere l’azione di boicottaggio che tu proponi. La multinazionale a cui fai riferimento è senza dubbio una delle più potenti al mondo dal punto di vista commerciale. Rischiamo pertanto di combattere una battaglia persa in partenza, ma che resta giusto combattere. Un tempo si diceva scherza coi fanti e lascia stare i santi. Io credo che i santi possano anche essere coinvolti purché lo si faccia con buon gusto e soprattutto con rispetto, di loro e di chi crede in loro. Mi spiace intervenire per la seconda volta consecutiva in questa rubrica rilanciando una protesta (l’altra settimana era nei confronti delle locandine del «Vernacoliere»). Si corre il rischio di passare per bacchettoni fustigatori, quasi che i cattolici fossero capaci solo di protestare e mai di proporre o anche solo di saper sorridere. A volte, però, non può essere altrimenti. Rimanendo in tema, infatti, mi dicono che in questi giorni sta circolando anche un’altra pubblicità della serie: ad essere coinvolto questa volta è il Cristo del Corcovado, che sovrasta Rio de Janeiro rivestito di una bella maglia azzurra.
Andrea Fagioli