Betlemme, un’offesa a tutti i cattolici
Quando il 2 aprile scorso i carri armati israeliani fecero irruzione a Betlemme, 240 persone cercarono rifugio nella Basilica della Natività, per paura di rastrellamenti e arresti di massa, come era già avvenuto altrove. Tra di loro, lo si è visto alla fine, solo 13 erano «pericolosi» per gli israeliani e per questo oggi sono stati costretti all’esilio; tutti gli altri, anche gli armati (ma nei Territori, purtroppo, lo sono quasi tutti) erano soltanto persone impaurite. I frati e le suore francescani hanno sempre dichiarato di non considerarsi «ostaggi» se non nel senso di essere in mezzo alla contesa tra israeliani e palestinesi. Violazioni agli accordi internazionali sottoscritti con la Santa Sede e dall’Autorità palestinese e dal governo israeliano ci sono state, a cominciare, senz’altro, dall’ingresso con le armi dentro la Basilica. Ma credo che a questo punto prendersela per quello che è successo a Betlemme servirebbe a poco. Quello che conta è trovare al più presto una soluzione negoziale al conflitto.