Battesimo: dal Papa nessuno strappo, solo prassi pastorale
Caro direttore, giorni fa ho letto in prima pagina sul «Corriere della Sera» le notizie su papa Francesco, ormai tema ricorrente anche sui grandi quotidiani nazionali. Senza alcun dubbio mi fa piacere che in prima pagina del quotidiano più letto in Italia si parli del sacramento del Battesimo e poi dei nuovi cardinali, insomma non ci eravamo più tanto abituati a vedere notizie così in prima pagina. Magari su «Avvenire» e «Toscana Oggi», ma sul «Corriere» proprio no. C’è però qualcosa che non mi convince nei commenti alle notizie: lo scalpore che ha suscitato il battesimo amministrato al figlio di una coppia sposata civilmente, con tanto di vignetta del pungente Giannelli che rovescia il secchio dell’acqua benedetta sui genitori. Lo strappo di papa Francesco.
Sinceramente non comprendo dove sia la meraviglia: da quando in qua è mai stato negato il sacramento del Battesimo ad una creatura? I suoi genitori potevano essere sposati, divorziati, conviventi, disgraziati, cassintegrati, arrestati, carcerati, condannati a vita e chi più ne ha più ne metta: ma «i figli so’ figli» come direbbe Filomena Marturano nella celebre piece di De Filippo, e a loro, che non pagano le sventure dei padri, il battesimo io ho sempre visto amministrarlo con tutto l’amore e la fede di cui ogni buon parroco è ben dotato. Anzi, ad esserti sincero, ho visto più di una coppia che appunto non aveva contratto matrimonio in chiesa, convergere poi verso il sacramento proprio portata per mano dal loro figlio appena nato, così piccolo, così inerme eppure con una forza così grande da sciogliere il cuore di chi lo ha generato. Perché è l’amore che scioglie i cuori, lo ha sempre fatto e continuerà a farlo. Poi c’è la dottrina perché cuore e intelligenza vanno ben d’accordo, si alimentano l’un l’altro, grandi scienziati e grandi santi ne abbiamo avuti molti, altri sono tuttora nascosti nei laboratori di tutto il mondo e, in silenzio, ricercano e rendono gloria a Dio con la loro intelligenza e capacità. Papa Francesco parla al cuore di tutti, ci aiuta ad essere misericordiosi e capaci di amore, ci guida con mano ferma e attenta. Proprio come un buon padre. Senza alcuno strappo. Come Gesù.
Non posso che condividere questa riflessione. Mi meraviglio anch’io che ci sia chi si meraviglia di quello che ha fatto il Papa battezzando, tra tanti altri (oltre trenta), il figlio di una coppia non sposata in Chiesa. Francesco in quel caso non ha compiuto nessuno strappo, ma si è affidato alla normale prassi pastorale e al Codice di diritto canonico dove dice che «per battezzare lecitamente un bambino si esige: 1) che i genitori o almeno uno di essi o chi tiene legittimamente il loro posto, vi consentano; 2) che vi sia la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica». Per cui è sufficiente anche il solo impegno di un padrino o di una madrina. In questo senso non solo si può battezzare il figlio di una coppia sposata solo civilmente, ma anche il figlio di una coppia non sposata. Diversamente sarebbe come dire che le colpe dei padri ricadono sui figli. Un assurdo. L’unico limite è se la speranza di educazione nella religione cattolica «manca del tutto». Solo in questo caso il battesimo, come dice ancora il Codice di diritto canonico, viene «differito, secondo le disposizioni del diritto particolare, dandone ragione ai genitori».
Quello che dispiace in questi casi è la reale o voluta ignoranza anche da parte di grandi testate giornalistiche. Si può ammettere che uno ignori il Codice di diritto canonico, che tra l’altro si dura perfino fatica a citare di fronte alla spontaneità di un pastore come Bergoglio e di fronte a tanti buoni vescovi e parroci in tutto il mondo. Ma proprio per questo non si può ammettere che un grande giornale ignori quello che avviene normalmente in tutte le parrocchie del pianeta. Accanto all’ignoranza c’è poi un altro aspetto, tutto interno al meccanismo dei mass media: il volere a tutti i costi che questo Papa faccia notizia e pur di assecondare l’«esigenza» si estremizzano i suoi comportamenti facendoli passare a tutti i costi come «rivoluzionari». Si pensi al corto circuito mediatico (ricostruito tra l’altro in tutti i dettagli dal direttore de «La Civiltà cattolica» padre Antonio Spadaro) circa le presunte aperture di Francesco alle coppie gay.
Questo Papa è sicuramente capace di grandi gesti innovativi, ma nel rispetto della dottrina della Chiesa. E non ci dimentichiamo che prima di lui la vera «rivoluzione» (se può passare questo termine) l’ha fatta l’austero teologo Joseph Ratzinger, da molti considerato un «conservatore». Senza la sua rinuncia al ministero petrino non si sarebbe aperta la strada all’elezione di Jorge Mario Bergoglio.
Andrea Fagioli