Bandiere della pace troppo politicizzate

Caro Direttoreho letto con piacere quello che ha scritto Lorenzo Martellini nella lettera inviata al giornale, con il titolo «Sulla pace non si scherza» (Toscanaoggi n. 8) e approvo quello che dice. Mi fermo soltanto su questa espressione: «Vorrei cercare di evitare futili e pericolose semplificazioni come lasciare tutto all’esposizione di una bandiera (di dubbia legittimità) nelle sedi istituzionali».A coloro che hanno lanciato l’idea di questa bandiera–arcobaleno, voglio chiedere a che cosa serviranno i soldi raccolti, perché nella mia ingenuità io pensavo che la bandiera fosse regalata, invece chi la voleva doveva scucire almeno 5 euro. Aggiungo che i colori dell’arcobaleno di queste bandiere, stranamente richiamano gli stessi colori preferiti dalla New age. Semplice coincidenza? I colori dell’arcobaleno stranamente appaiono anche in tanti cortei disordinati e chiassosi dei no global. Anche questa è una semplice coincidenza?

E quella missione di anni fa in Kosovo, Arcobaleno, che a qualcuno ha portato tanti dispiaceri? Una semplice coincidenza? È stato alquanto disgustoso vedere queste «bandiere arcobaleno» inalberate su alcune chiese, conventi, seminari, sempre offerte a «soli» 5 euro spesso dalle stesse persone che poi, guarda caso, rivedi ancora nei cortei che chiedono libertà per la droga, libertà per l’omossessualità e affini…

Queste bandiere le ho trovate fortemente politicizzate e molto di parte, quasi che la vera pace sia soltanto il prodotto magico di una manifestazione di piazza contro qualcuno, una manifestazione che per molti giovani finisce quasi sempre con grandi abbuffate di pizze e grandi bevute di birra, dimenticando forse che prima dobbiamo cambiare il nostro cuore dall’interno.

Ho l’impressione che anche in qualche chiesa e comunità religiosa, purtroppo, siamo molto lontani dai tempi di S. Carlo Borromeo il quale, pur incoraggiando la scienza di allora per debellare il flagello della peste, organizzava tuttavia delle processioni penitenziali che guidava lui stesso, a piedi nudi, con un grande crocifisso tra le mani, attraverso le strade della sua Milano. La Madonna quando ci indica il cammino della pace, suggerisce sempre, qualche volta tra le lacrime: «Preghiera, perdono, penitenza». Sarei un pastore illuso se continuassi a fingere di non accorgermi che è tutta una generazione che sta crescendo totalmente indifferente alla fede al sacro ma pronta poi ad abbracciare ogni forma di trasgressione. Ma che pastore sono se scelgo di fare diversamente dal maestro che incomincia il suo ministero pubblico con 40 giorni di digiuno e di preghiera, dichiarando dopo, ma soltanto dopo, che avrebbe attirato tutti a sé dall’alto della Croce?padre Beppino CòZeri (Ms)

Non c’è dubbio – come ci ricordavano anche i Vescovi toscani nel loro recente messaggio – che per un credente il primo impegno per la pace è quello alla conversione personale, alla preghiera e alla penitenza. Tutto il resto viene dopo. Ma gli stessi Vescovi ci invitavano anche «a manifestare con franchezza ai membri del Parlamento e del Governo il profondo desiderio di pace, di giustizia e di democrazia del nostro popolo e di tutti i popoli del mondo». L’esposizione della bandiera della pace può essere un segno esteriore di questo «profondo desiderio di pace»? Penso di sì, pur con tutti i suoi limiti e so di diocesi, come quelle di Fiesole e di Lucca, che l’hanno apertamente incoraggiato. La campagna sull’esposizione della «bandiera della pace» fu lanciata dal comboniano Alex Zanotelli il 15 settembre scorso a Bologna, durante il «Giubileo degli oppressi», anche se poi è stata fatta propria da un nutrito gruppo di associazioni e movimenti cattolici e non-violenti. La bandiera arcobaleno è un simbolo che venne importato in Italia da Aldo Capitini, fondatore del movimento nonviolento, nonché ideatore della prima marcia Perugia-Assisi, che l’aveva vista utilizzata dai pacifisti inglesi. Da allora è stata utilizzata in molte iniziative di pace di volontari italiani all’estero (a Sarajevo, in Iraq, in Kosovo, nella Repubblica Democratica del Congo…), ma non ha niente a che vedere con l’«Operazione Arcobaleno» in Albania. Quanto alle obiezioni del nostro lettore, mi sembra fuori luogo quella che collega la bandiera alla new age, anche perché l’arcobaleno è il simbolo che la stessa Bibbia descrive per indicare il patto tra Dio e l’uomo dopo il diluvio. Più fondata, invece, quella sulle possibili speculazioni di tipo economico (il prezzo giusto è sui 4-5 euro). Le associazioni che la diffondono, però, ne utilizzano gli utili per interventi sociali. Possibile anche una strumentalizzazione di tipo politico, anche se francamente non mi sembra che sia un «segno di parte», come dimostra il fatto che è stata adottata da enti locali di ogni colore politico.

Il sito della campagna bandiere della pace

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