A Lourdes con un viaggio da incubo
A Firenze, Pisa e Viareggio il treno ha sostato per permettere a chi proveniva da varie città della Toscana di partecipare a questo pellegrinaggio. I barellieri hanno svolto il compito più gravoso e noi dame abbiamo fatto da supporto. Vicino a Genova prima sosta lunga in attesa del cambio turno macchinisti, in seguito altro stop per cercare di ricaricare la pompa dell’acqua per i bagni di un vagone. Pochi minuti dopo, dentro una galleria, la motrice del convoglio va in panne e ciò ha comportato una sosta forzata di oltre due ore in attesa di una motrice di ricambio. Immaginatevi il disagio per tutti, in particolare per i nostri malati anziani e disabili, anche perché nelle carrozze non c’era l’aria condizionata. Per finire il generatore del treno non ha funzionato per dieci minuti lasciandoci completamente al buio!
Il nostro era considerato come treno straordinario ed essendo in grave ritardo sulla tabella di marcia, man mano che si andava avanti doveva lasciar passare altri convogli e alla fine siamo arrivati a Lourdes con ben sette ore di ritardo stremati dalla stanchezza e dal caldo. Un viaggio da incubo!
L’indignazione della nostra lettrice è anche la nostra. Purtroppo nei pellegrinaggi in treno a Lourdes questi disagi si verificano molto spesso e non possono essere imputati a casualità o a mala sorte. L’impressione è che Trenitalia, non avendo concorrenza, si approfitti della situazione e destini a questo servizio materiale rotabile fatiscente che non sarebbe più utilizzabile sulle normali tratte passeggeri. Al contrario sarebbe apprezzabile che l’azienda approntasse per questi pellegrinaggi destinati principalmente a malati, anziani e disabili, dei treni speciali con un confort anche maggiore rispetto a quello dei treni di linea.