A Lourdes con un viaggio da incubo

Caro Direttore,ho partecipato come dama, per la prima volta, al pellegrinaggio a Lourdes promosso dall’Unitalsi toscana dal 25 giugno al 1° luglio scorsi, partendo da Prato. Al pellegrinaggio hanno partecipato oltre 600 persone tra le quali il presidente dell’Unitalsi toscana, il vescovo di Prato mons. Simoni, il vescovo emerito di Volterra, mons. Bertelli e decine di sacerdoti provenienti da varie diocesi della Toscana. Innanzitutto devo fare un plauso a tutti coloro che hanno organizzato con competenza in tutti i minimi dettagli il pellegrinaggio.

A Firenze, Pisa e Viareggio il treno ha sostato per permettere a chi proveniva da varie città della Toscana di partecipare a questo pellegrinaggio. I barellieri hanno svolto il compito più gravoso e noi dame abbiamo fatto da supporto. Vicino a Genova prima sosta lunga in attesa del cambio turno macchinisti, in seguito altro stop per cercare di ricaricare la pompa dell’acqua per i bagni di un vagone. Pochi minuti dopo, dentro una galleria, la motrice del convoglio va in panne e ciò ha comportato una sosta forzata di oltre due ore in attesa di una motrice di ricambio. Immaginatevi il disagio per tutti, in particolare per i nostri malati anziani e disabili, anche perché nelle carrozze non c’era l’aria condizionata. Per finire il generatore del treno non ha funzionato per dieci minuti lasciandoci completamente al buio!

Il nostro era considerato come treno straordinario ed essendo in grave ritardo sulla tabella di marcia, man mano che si andava avanti doveva lasciar passare altri convogli e alla fine siamo arrivati a Lourdes con ben sette ore di ritardo stremati dalla stanchezza e dal caldo. Un viaggio da incubo!

Vorrei fare un pubblico appello ai responsabili di Trenitalia: mettete a disposizione per questi pellegrinaggi, dove viaggiano molte persone anziane, malate e disabili di ogni genere, carrozze confortevoli, con aria condizionata e una motrice di riserva attaccata a quella principale. Gli imprevisti sono sempre all’ordine del giorno, ma ho sentito che capitano spesso durante i pellegrinaggi dell’Unitalsi, anche in altre regioni d’Italia. Non è giusto che prevalga la legge del profitto; le quote versate da pellegrini e volontari non sono basse ed in ogni caso i responsabili dell’Unitalsi preparano i viaggi per tempo e con cura. I responsabili di Trenitalia non devono «marciare» su questi pellegrini pensando che poiché non sono manager o uomini d’affari, quindi sono persone che non contano, offrendo loro un servizio molto scadente: i treni con carrozze vecchie, incuria nelle prestazioni e scarsa manutenzione ai macchinari.Anna LanzaSesto Fiorentino (Fi)

L’indignazione della nostra lettrice è anche la nostra. Purtroppo nei pellegrinaggi in treno a Lourdes questi disagi si verificano molto spesso e non possono essere imputati a casualità o a mala sorte. L’impressione è che Trenitalia, non avendo concorrenza, si approfitti della situazione e destini a questo servizio materiale rotabile fatiscente che non sarebbe più utilizzabile sulle normali tratte passeggeri. Al contrario sarebbe apprezzabile che l’azienda approntasse per questi pellegrinaggi destinati principalmente a malati, anziani e disabili, dei treni speciali con un confort anche maggiore rispetto a quello dei treni di linea.