Troppi battezzati vivono  ai margini della comunità ecclesiale

DI ANDREA DRIGANI

Martedì 26 maggio Papa Benedetto XVI, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, ha aperto l’annuale convegno della diocesi di Roma. Nel suo discorso il Pontefice ha osservato, tra l’altro, che troppi battezzati non si sentono parte della comunità ecclesiale e vivono ai margini di essa, rivolgendosi alle parrocchie solo in alcune circostanze per ricevere servizi religiosi. Pochi sono i laici – ha continuato il Papa – in proporzione agli abitanti  di ciascuna parrocchia che, pur professandosi cattolici, sono pronti a rendersi disponibili per lavorare in diversi campi apostolici. Certo – ha aggiunto – non mancano le difficoltà di ordine culturale e sociale, ma fedeli al mandato del Signore, non possiamo rassegnarci alla conservazione dell’esistente.

Quali vie possiamo percorrere? Si è chiesto Benedetto XVI. Occorre in primo luogo rinnovare lo sforzo per una formazione più attenta e puntuale alla visione di Chiesa, cioè capire che cosa è questa Chiesa, questo Popolo di Dio nel Corpo mistico, secondo l’insegnamento del Concilio Vaticano II. È necessario al tempo stesso – ha detto il Pontefice – migliorare l’impostazione pastorale, così che, nel rispetto delle vocazioni e dei ruoli dei consacrati e dei laici, si promuova gradualmente la corresponsabilità di tutti i membri del Popolo di Dio. Ciò esige un cambiamento di mentalità riguardante particolarmente i laici, passando dal considerarli «collaboratori» del clero a riconoscerli realmente «corresponsabili» dell’essere e dell’agire della Chiesa. Per questo – ha notato Benedetto XVI – le comunità parrocchiali è bene che siano educate all’ascolto orante della Parola di Dio, attraverso la pratica della «lectio divina».

La fede infatti è da una parte una relazione personale con Dio, ma possiede una essenziale componente comunitaria e le due dimensioni sono inseparabili. Potranno così sperimentare  la bellezza e la gioia di sentirsi Chiesa anche i giovani – ha concluso il Papa – che sono maggiormente esposti al crescente individualismo, il quale comporta come inevitabili conseguenze l’indebolimento dei legami personali e l’affievolimento delle appartenenze.