Superare l’odio e le discriminazioni
Non mi stanco di ripetere che l’indifferenza è un virus che contagia pericolosamente i nostri tempi, tempi nei quali siamo sempre più connessi con gli altri, ma sempre meno attenti agli altri. Eppure il contesto globalizzato ci dovrebbe aiutare a comprendere che nessuno di noi è un’isola e che nessuno avrà un futuro di pace senza un degno avvenire per tutti. Di fronte al virus dell’indifferenza, quale vaccino possiamo amministrare? Ci viene in aiuto il Libro del Deuteronomio. Dopo il lungo tragitto nel deserto, Mosè rivolse al popolo eletto una raccomandazione fondamentale: «Ricordati di tutto il cammino…» (Dt 8,2). Al popolo che anelava alla terra promessa, la sapienza suggeriva di guardare indietro, di volgere lo sguardo ai passi compiuti. «Ricordati», cioè torna indietro con il cuore, fai memoria non solo con la mente, ma dal profondo dell’animo, con tutto te stesso. E non fare memoria soltanto di ciò che piace, ma «di tutto il cammino». Per recuperare la nostra umanità, per recuperare una comprensione della realtà e superare tante deplorevoli forme di apatia verso il prossimo, ci occorre questa memoria, questa capacità di trovarci insieme nel ricordare. Aiutiamoci, dunque, a vicenda per far fermentare una cultura della responsabilità, della memoria e della prossimità, e a stabilire un’alleanza contro ogni indifferenza. Saranno certamente di aiuto le potenzialità dell’informazione, ma ancor più importante sarà la formazione.
È urgente educare le giovani generazioni a coinvolgersi attivamente nella lotta contro gli odi e le discriminazioni, ma anche nel superare le contrapposizioni del passato e non stancarsi mai di cercare l’altro. Infatti, per preparare un futuro veramente umano non è sufficiente respingere il male, ma serve costruire insieme il bene.