Sul «sì» di Dio s’innesta l’«amen» della Chiesa
DI ANDREA DRIGANI
Mercoledì 30 maggio Papa Benedetto XVI, nel corso dell’udienza generale, ha osservato che la fede non è primariamente azione umana, ma dono gratuito di Dio, che si radica nella sua fedeltà, nel suo «sì», che ci fa comprendere come vivere la nostra esistenza amando Lui e i fratelli. Tutta la storia della salvezza – ha proseguito il Pontefice – è un progressivo rivelarsi di questa fedeltà di Dio, nonostante i nostri rinnegamenti. Il modo di agire di Dio, ben diverso dal nostro, ci dà consolazione, forza e speranza perché Dio non ritira il suo «sì».
Di fronte ai contrasti nelle relazioni umane, spesso anche familiari, noi siamo portati a non perseverare nell’amore gratuito, che costa impegno e sacrificio. Invece, Dio non si stanca mai di avere pazienza con noi e con la sua immensa misericordia ci precede sempre, ci viene incontro per primo, è assolutamente affidabile questo suo «sì». È lo Spirito Santo che rende presente e vivo il «sì» di Dio in Gesù Cristo e crea nel nostro cuore il desiderio di seguirlo per entrare un giorno, nel suo amore, quando riceveremo una dimora non costruita da mani umane nei cieli. Non c’è persona – fa aggiunto Benedetto XVI – che non sia raggiunta e interpellata da quest’amore fedele, capace di attendere quanti continuano a rispondere con il «no» del rifiuto o dell’indurimento del cuore. Dio ci aspetta, ci cerca sempre, vuole accoglierci nella comunione con Sé per donare a ognuno di noi pienezza di vita e di pace.
Sul «sì» fedele di Dio s’innesta l’«amen» della Chiesa che risuona in ogni azione della liturgia: «amen» è una risposta della fede che chiude sempre la nostra preghiera personale e comunitaria, e che esprime il nostro «sì» all’iniziativa di Dio. Spesso – ha detto ancora il Papa – rispondiamo per abitudine col nostro «amen» nella preghiera, senza coglierne il significato profondo. Questo termine deriva da ‘aman che in ebraico e aramaico, significa «rendere stabile», «consolidare», e di conseguenza, «essere certo», «dire la verità». Dalla Sacra Scrittura vediamo che l’«amen» della liturgia giudaica è diventato l’«amen» della liturgia cristiana. La preghiera è l’incontro con una Persona viva da ascoltare e con cui dialogare ; è l’incontro con Dio che rinnova la sua fedeltà incrollabile, il suo «sì» all’uomo, a ciascuno di noi, per donarci la sua consolazione in mezzo alle tempeste della vita e farci vivere, uniti a Lui, un’esistenza piena di gioia e di bene, che troverà il suo compimento nella vita eterna.