Segnali di unità tra cattolici e ortodossi

Lo scambio di delegazioni tra Roma e Costantinopoli – scrive il Papa – in occasione delle rispettive feste in onore dei fratelli apostoli Pietro e Andrea è un segno visibile dei vincoli profondi che già ci uniscono. È anche espressione del nostro desiderio di comunione sempre più profonda, fino al giorno in cui, Dio volendo, potremo testimoniare il nostro amore reciproco condividendo la stessa mensa eucaristica. In questo cammino verso il ripristino della comunione tra noi, siamo sostenuti dall’intercessione non soltanto dei nostri santi patroni, ma anche dalla schiera dei martiri di ogni tempo, che come affermava San Giovanni Paolo II: «malgrado il dramma della divisione… hanno conservato in se stessi un attaccamento a Cristo e al Padre suo, tanto radicale e assoluto da poter arrivare fino all’effusione del sangue» (Enciclica Ut unum sint n.83).

Per i cattolici è fonte di autentico incoraggiamento che al Santo e Grande Concilio, che si è tenuto lo scorso giugno a Creta, sia stato confermato il forte impegno a ripristinare l’unità dei cristiani. Sempre fedele alla sua tradizione, la Sede patriarcale di Costantinopoli è stata consapevole delle difficoltà esistenti per l’unità e non si è mai stancata di sostenere iniziative atte a promuovere l’incontro e il dialogo. La storia dei rapporti tra cristiani, però, è stata tristemente segnata da conflitti che hanno lasciato un’impronta profonda nella memoria dei fedeli. Per questa ragione, alcuni rimangono attaccati agli atteggiamenti del passato. Sappiamo che solo la preghiera, le buone opere comuni e il dialogo possono renderci capaci di superare la divisione e di avvicinarci.

Negli ultimi decenni, cattolici e ortodossi hanno iniziato a riconoscersi a vicenda, ad apprezzare i doni gli uni degli altri, e insieme hanno proclamato il Vangelo, servito l’umanità e la causa della pace, promosso la dignità della persona e il valore inestimabile della famiglia. Il documento su «Sinodalità e Primato nel Primo Millennio» predisposto dalla Commissione mista internazionale, è frutto di un lungo e inteso studio; sebbene molte questioni rimangono, la riflessione sul rapporto tra sinodalità e primato nel primo millennio può offrire un solido fondamento per discernere modi in cui il primato potrà essere esercitato nella Chiesa quando tutti i cristiani d’Oriente e d’Occidente saranno finalmente riconciliati.