San Vincenzo de’ Paoli e la cura dei poveri

Giovedì 16 m Questo anniversario – scrive il Papa – sia l’occasione di rendere grazie a Dio per i suoi doni e per aprirvi alle sue sorprese, al fine di discernere, sotto il soffio dello Spirito Santo, strade nuove, affinché il servizio della carità sia sempre più fecondo. Le Confraternite della Carità sono nate dalla tenerezza e dalla compassione del cuore di San Vincenzo per i più poveri, spesso emarginati o abbandonati nelle campagne e nelle città. Il suo operato tra loro e con loro voleva riflettere la bontà di Dio per le sue creature. Lui vedeva i poveri come i rappresentanti di Gesù Cristo, come i membri del suo corpo sofferente; aveva capito che anche i poveri sono chiamati ad edificare la Chiesa e che a loro volta ci avrebbero convertito.

Sull’esempio di San Vincenzo de’ Paoli che aveva affidato la cura di quei poveri a dei laici, e in modo particolare a delle donne, la vostra Associazione vuole promuovere le sviluppo delle persone più bisognose e alleviare le povertà e le sofferenze materiali, fisiche, morali e spirituali. Il fondamento di questo impegno si trova nella Provvidenza di Dio. Che cos’è la Provvidenza se non l’amore di Dio che agisce nel mondo e chiede la nostra cooperazione? Anche oggi vorrei incoraggiarvi ad accompagnare la persona nella sua integrità, rivolgendo un’attenzione particolare alla precarietà delle condizioni di vita di molte donne e bambini. La vita di fede, la vita unita a Cristo, ci permette di percepire la realtà della persona, la sua incomparabile dignità, non anzitutto come una realtà limitata a beni materiali, a problemi sociali, economici e politici, ma a vederla come un essere creato a immagine e somiglianza di Dio, come un fratello o un sorella, come il nostro prossimo del quale siamo responsabili.

Per vedere queste povertà e per avvicinarsi a esse, non basta seguire grandi idee, ma occorre vivere del mistero dell’Incarnazione, quel mistero tanto caro a San Vincenzo de’ Paoli, mistero di quel Dio che si è abbassato divenendo uomo, che ha vissuto tra noi ed è morto «per risollevare l’uomo e salvarlo». Perciò la promozione umana e la liberazione autentica dell’uomo non esistono senza l’annuncio del Vangelo perché «l’aspetto più sublime della dignità dell’uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio».