San Girolamo, il traduttore della Bibbia

DI ANDREA DRIGANI

Nell’udienza generale di mercoledì 7 novembre, Papa Benedetto XVI ha parlato di san Girolamo, il grande padre e dottore della Chiesa, al quale si deve, tra l’altro, la traduzione in lingua latina della Bibbia detta poi Vulgata. Vissuto tra il 347 ed il 420, trascorse l’ultimo periodo della sua vita a Betlemme, in Palestina, dove attese, appunto, alla revisione ed alla traduzione dei testi biblici, che operò in modo mirabile anche per la sua straordinaria preparazione letteraria e la vasta erudizione.

Il Concilio di Trento – ha rammentato il Pontefice – riconobbe la sua versione come il testo «ufficiale» della Chiesa latina. Che cosa possiamo imparare – si è chiesto Benedetto XVI – da san Girolamo? Soprattutto questo: amare la Parola di Dio nella Sacra Scrittura. Dice, infatti, san Girolamo: «Ignorare le Scritture è ignorare Cristo». Perciò – ha proseguito il Papa – è importante che ogni cristiano viva in un dialogo personale con la Parola di Dio. Questo dialogo – ha continuato il Pontefice – deve sempre avere due dimensioni: da una parte, deve essere un contatto realmente personale, perché Dio parla con ognuno di noi tramite la Sacra Scrittura ed ha un messaggio per ciascuno. Dobbiamo – ha aggiunto – leggere la Sacra Scrittura non come una parola del passato, ma come Parola di Dio che si rivolge anche a noi e cercare di capire che cosa il Signore ci voglia dire.

Ma per non cadere nell’individualismo – ha precisato Benedetto XVI – si deve tener presente che la Parola di Dio ci è data proprio per costruire comunione, per unirci nella verità del nostro cammino verso Dio. Quindi essa, pur essendo sempre una Parola personale, è anche una Parola che costruisce comunità, pertanto è da leggersi con la Chiesa. Il luogo privilegiato della lettura e dell’ascolto della Parola di Dio – ha affermato il Papa – è la liturgia, nella quale celebrando la Parola e rendendo presente nel Sacramento il Corpo di Cristo, attualizziamo la Parola nella nostra vita e la rendiamo presente tra noi. La Parola di Dio – ha detto ancora il Pontefice – trascende i tempi. Le opinioni umane vanno e vengono, mentre la Parola di Dio è Parola di vita eterna e porta in se ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio, portiamo dunque, in noi l’eterno. Il Papa ha voluto concludere proprio con una frase di san Girolamo: «Cerchiamo di imparare sulla terra quelle verità la cui consistenza persisterà anche nel cielo».