San Bernardo ci mostra il legame tra la teologia e la «scienza dei santi»

DI ANDREA DRIGANI

Mercoledì 21 ottobre Papa Benedetto XVI, durante l’udienza generale, ha parlato di San Bernardo di Chiaravalle, chiamato l’ultimo dei padri della Chiesa perché nel XII secolo rinnovò e rese presente la grande teologia dell’antichità cristiana. Nato nel 1090 e morto nel 1153, Bernardo s’impegnò per un maggior rigore nell’esperienza monastica, quando, divenuto abate, richiamò con decisione la necessità di una vita sobria e misurata, sia nella mensa, che negli indumenti e negli edifici, raccomandando il sostentamento e la cura dei poveri. Ma in quegli anni – ha continuato il Pontefice – Bernardo avviò una vasta corrispondenza con molte persone di ogni rango e condizione sociale. Alle tante Lettere di questo periodo bisogna aggiungere numerosi Sermoni, come anche Sentenze e Trattati. Si occupò inoltre di non poche e gravi questioni della Santa Sede e della Chiesa. Benedetto XVI si è voluto soffermare solo su due aspetti centrali della ricca dottrina di Bernardo: Gesù Cristo e Maria sua Madre. «Per Mariam ad Iesum», attraverso Maria siamo condotti a Gesù.

Bernardo – ha proseguito il Papa – attesta con chiarezza la subordinazione di Maria a Gesù, ma afferma anche il posto privilegiato della Vergine nell’economia della salvezza, a seguito della particolarissima partecipazione (compassio) della Madre al sacrificio del Figlio. Queste considerazioni caratteristiche di un innamorato di Gesù e di Maria, come san Bernardo – ha osservato il Pontefice – provocano ancor oggi in maniera salutare non solo i teologi, ma tutti i credenti. A volte si pretende di risolvere le questioni fondamentali su Dio, sull’uomo e sul mondo, con le sole forze della ragione. San Bernardo, invece, solidamente fondato sulla Bibbia e sui Padri della Chiesa, ci ricorda che senza una profonda fede in Dio, alimentata dalla preghiera e dalla contemplazione, da un intimo rapporto con il Signore, le nostre riflessioni sui misteri divini rischiano di diventare un vano esercizio intellettuale. La teologia – ha concluso – rinvia alla «scienza dei santi», alla loro intuizione dei misteri del Dio vivente ed alla loro sapienza, dono dello Spirito Santo, che diventano punto di riferimento del pensiero teologico.