San Benedetto e l’identità cristiana d’Europa

DI ANDREA DRIGANI

Nell’udienza generale di mercoledì 9 aprile Papa Benedetto XVI ha parlato di San Benedetto da Norcia, fondatore del monachesimo occidentale. Ha ricordato che la fonte più importante della vita di lui  sono i Dialoghi di San Gregorio Magno, Papa e Dottore della Chiesa; il mio predecessore – ha detto il Pontefice – volle illustrare mediante l’esempio di un uomo concreto, quale San Benedetto, l’ascesa alle vette della contemplazione, che può essere realizzata da chi si abbandona a Dio. Questa prospettiva – ha continuato Papa Ratzinger – si spiega anche alla luce del contesto di quel periodo a cavallo tra il V ed il VI secolo; il mondo, infatti, era sconvolto da una tremenda crisi di valori e di istituzioni, causata dal crollo dell’Impero Romano e dalla decadenza dei costumi.

Con la presentazione di San Benedetto come «astro luminoso», San Gregorio Magno voleva indicare, in quella situazione terribile, la via d’uscita dalla notte oscura della storia. Di fatto – ha proseguito il Pontefice – l’opera di San Benedetto, ed in modo particolare la sua Regola, si rilevarono apportatrici di un grande fermento spirituale, che mutò nel corso dei secoli, ben al di là dei confini della sua patria e del suo tempo, il volto dell’Europa, suscitando dopo la caduta dell’unità politica imperiale romana, una nuova unità spirituale e culturale, quella della fede cristiana condivisa dai popoli del continente. È nata proprio così – ha affermato Benedetto XVI – la realtà che noi chiamiamo «Europa». Il Papa ha poi rammentato che il suo predecessore Paolo VI proclamando, il 24 ottobre 1964, San Benedetto Patrono d’Europa, intese riconoscere l’opera meravigliosa svolta dal Santo, mediante la Regola, per la formazione della civiltà e dalla cultura europea. Oggi l’Europa – ha detto ancora il Papa – è alla ricerca della propria identità. Per creare un’unione duratura, sono importanti gli strumenti politici, economici e giuridici, ma occorre suscitare un rinnovamento che attinga alle radici cristiane del continente. Senza questa linfa vitale, l’uomo resta esposto al pericolo di soccombere all’antica tentazione di volersi redimere da sé, utopia che per Giovanni Paolo II ha causato «un regresso senza precedenti nella tormentata storia dell’umanità». Cercando il vero progresso – ha concluso – ascoltiamo anche oggi la Regola di San Benedetto come una luce per il nostro cammino, per imparare l’arte di vivere l’autentico umanesimo.