Radio cattoliche: la fede e la cultura mediatica

DI ANDREA DRIGANI

Venerdì 20 giugno Papa Benedetto XVI ha ricevuto i rappresentanti di molte emittenti radiofoniche cattoliche convenuti a Roma, da tutte le parti del mondo, per partecipare ad un congresso, promosso dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, sul ruolo e l’identità delle Radio cattoliche. Le molte e diverse forme di comunicazione – ha esordito il Pontefice – con cui tutti abbiamo a che fare, manifestano con evidente chiarezza come l’uomo, nella sua struttura antropologica essenziale, sia costituito per entrare in relazione con l’altro. Lo fa soprattutto – ha aggiunto il Papa – per mezzo della parola, che nella sua semplice ed apparente povertà, inscrivendosi nella comune grammatica del linguaggio, si pone come strumento che realizza la capacità di incontro tra gli uomini. Questa capacità si fonda sulla ricchezza condivisa di una ragione creata ad immagine e somiglianza del Verbo eterno di Dio, cioè di quel Verbo in cui tutto liberamente e per amore è creato. Se la comunicazione in genere- ha continuato Benedetto XVI – può essere considerata un dono di Dio al servizio dello sviluppo della persona umana e dell’umanità intera, la radio in particolare propone una prossimità ed un ascolto della parola e della musica, per informare e distendere, per annunciare e denunciare, ma sempre nel rispetto della realtà ed in una chiara prospettiva di educazione alla verità ed alla speranza. Gesù Cristo – ha proseguito il Pontefice – ci dona la Verità sull’uomo e la verità per l’uomo.  Rammentando quanto affermato nell’Enciclica «Redemptoris missio» di Giovanni Paolo II, ha fatto presente che non basta usare i mezzi di comunicazione sociale per diffondere il messaggio cristiano, ma occorre «integrare» il messaggio in questa «nuova cultura» creata dalla comunicazione moderna.  Per questo legame con la parola – ha detto ancora il Papa – la radio partecipa della missione della Chiesa e alla sua visibilità, ma genera anche un modo nuovo di vivere, di essere e di fare Chiesa, comportando connessioni di natura teologica e pastorale. È importante rendere attraente la Parola di Dio – ha concluso Benedetto XVI – dandole corpo attraverso le realizzazioni e le emissioni radiofoniche per toccare il cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo e per partecipare alla trasformazione della vita dei nostri contemporanei.