Quel dialogo sull’universo tra Chiesa e scienza
Il Papa ha esordito ricordando le parole, incise nel marmo sul muro di una delle cupole dei telescopi delle residenza papale di Castel Gandolfo, «Deus Creatorem venite adoremus». In effetti – ha continuato – l’universo è qualcosa di più di un problema scientifico da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode. Sant’Ignazio di Loyola capiva molto bene questo linguaggio. Egli stesso raccontò che la sua consolazione più grande era guardare il cielo e le stelle perché questo gli faceva sentire un grandissimo desiderio di servire il Signore.
Con la rifondazione della Specola Vaticana a Castel Gandolfo, nel 1935, Pio XI stabilì anche che la sua gestione fosse affidata alla Compagnia di Gesù. In tutti questi anni gli astronomi della Specola hanno percorso cammini di ricerca, cammini creativi, seguendo le orme degli astronomi e dei matematici gesuiti del Collegio Romano, dal P. Cristoph Clavius, al P. Angelo Secchi, passando dal P. Matteo Ricci e tanti altri. In questi giorni, insieme agli studiosi associati, vi siete radunati per trattare i temi che riguardano il dialogo tra scienza e religione. Ed ha rammentato quanto si domandava, a questo proposito, San Giovanni Paolo II: «È pronta la comunità delle religioni del mondo, Chiesa inclusa, ad entrare in un dialogo sempre più approfondito con la comunità scientifica, un dialogo che, salvaguardando l’integrità sia della religione, sia della scienza, promuova allo stesso tempo il progresso di entrambe?».
Nel contesto del dialogo interreligioso, la ricerca scientifica sull’universo può offrire una prospettiva unica, condivisa da credenti e non credenti, che aiuti a raggiungere una migliore comprensione religiosa della creazione. In questo senso le Scuole di Astrofisica, che la Specola Vaticana ha organizzato negli ultimi trent’anni, sono una preziosa opportunità in cui giovani astronomi di tutto il mondo dialogano e collaborano nella ricerca della verità. Durante il vostro convegno avete anche discusso dell’importanza di comunicare che la Chiesa e i suoi pastori abbracciano, incoraggiano e promuovono l’autentica scienza come già sottolineava Papa Leone XIII. Siamo tutti in viaggio verso la casa comune del cielo, dove potremo leggere con gioiosa ammirazione il mistero dell’universo.