Quaresima: la strada dalla schiavitù alla libertà

Il gesto delle ceneri, con cui ci mettiamo in cammino, ci ricorda la nostra condizione originaria: siamo stati tratti dalla terra, siamo fatti di polvere. Sì, ma polvere nelle mani amorose di Dio che soffiò il suo spirito di vita sopra ognuno di noi e vuole continuare a farlo; vuole continuare a darci quel soffio di vita che ci salva da altri tipi di soffio: l’asfissia provocata dai nostri egoismi, asfissia  generata da meschine ambizioni e silenziose indifferenze; asfissia che soffoca lo spirito, restringe l’orizzonte e anestetizza il palpito del cuore.

Vivere la Quaresima è anelare a questo soffio di vita che il nostro Padre non cessa di offrirci nel fango della nostra storia. Il soffio della vita di Dio ci libera da quella asfissia di cui tante volte non siamo consapevoli e che, perfino, ci siamo abituati a normalizzare, anche se i suoi effetti si fanno sentire; ci sembra normale perché ci siamo abituati a respirare un’aria in cui è rarefatta la speranza, aria di tristezza e rassegnazione, aria di panico e di ostilità. La Quaresima è il tempo di dire no; no all’asfissia di una preghiera che ci tranquillizzi la coscienza, di un’elemosina che ci lasci soddisfatti, di un digiuno che ci faccia sentire a posto. Quaresima è tempo di memoria; è il tempo per pensare e domandarci: che sarebbe di noi se Dio ci avesse chiuso le porte? Che sarebbe di noi senza la sua misericordia che non si è stancata di perdonarci e ci ha dato sempre un’opportunità per ricominciare di nuovo?

Quaresima è il tempo per tornare a respirare, è il tempo per aprire il cuore al soffio dell’Unico capace di trasformare la nostra polvere in umanità. Non è il tempo di stracciarsi le vesti davanti al male che ci circonda, ma piuttosto di fare spazio nella nostra vita a tutto il bene che possiamo operare, spogliandoci di ciò che ci isola, ci chiude e ci paralizza. Quaresima è il tempo della compassione per dire con il salmista: “Rendici [Signore] la gioia della tua salvezza, sostienici con uno spirito generoso”, affinché con la nostra vita proclamiamo la tua lode (Sal 51,14), e la nostra polvere – per forza del tuo soffio di vita – si trasformi in “polvere innamorata”.