Prendere su di noi il nome di Dio
Il nome nella Bibbia – ha osservato il Papa – è la verità intima delle cose e soprattutto delle persone. Il nome rappresenta spesso la missione. Ad esempio Abramo nella Genesi e Simom Pietro nei Vangeli ricevono un nome nuovo per indicare il cambiamento della direzione della loro vita. Conoscere veramente il nome di Dio porta alla trasformazione della propria esistenza: dal momento in cui Mosè conosce il nome di Dio la sua storia cambia (Es 3,13-15). Per noi cristiani questo comandamento è il richiamo a ricordarci che siamo battezzati «nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo», come affermiano ogni volta che facciamo su noi stessi il segno della croce, per vivere le nostre azioni quotidiane in comunione sentita e reale con Dio, cioè nel suo amore.
Ci si può domandare: è possibile prendere su di sé il nome di Dio in maniera ipocrita, come una formalità? La risposta è purtroppo positiva: sì, è possibile. Si può vivere una relazione falsa con Dio. Gesù lo diceva di quei dottori della legge: loro facevano delle cose, ma non facevano quello che Dio voleva. Questa Parola del Decalogo è l’invito a vivere un rapporto vero con Dio in cui ci affidiamo a Lui con tutto quello che siamo. In fondo, fino al giorno in cui non rischiamo l’esistenza con il Signore, toccando con mano che in Lui si trova la vita, facciamo solo teorie.
Se si moltiplicano i cristiani che prendono su di sé il nome di Dio senza falsità – praticando la prima domanda del Padre Nostro, «si santificato il tuo nome» – l’annuncio della Chiesa viene più ascoltato e risulta più credibile. Se la nostra vita concreta manifesta il nome di Dio, si vede quanto è bello il Battesimo e che grande dono è l’Eucaristia! Quale sublime unione ci sia fra il nostro corpo e il Corpo di Cristo: Cristo in noi e noi in Lui! Dalla croce di Cristo in poi, nessuno può disprezzare se stesso, qualunque cosa abbia fatto. Perché il nome di ognuno di noi è sulle spalle di Cristo. Lui ci porta. Vale la pena di prendere su di noi il nome di Dio perché Lui si è fatto carico del nostro nome per mettere nel nostro cuore il suo amore. Perciò Dio proclama in questo comandamento: «Prendimi su di te, perché io ti ho preso su di me». Chiunque può invocare il nome del Signore. Dio non dirà mai di no ad un cuore che lo invoca sinceramente.