Pregare è una vittoria sulla disperazione
«Vi dico – spiega Gesù – che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono» (Lc 11,9). E subito dopo fa l’esempio di un padre che ha un figlio affamato: «Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce?» (Lc 11,11). Con queste parole Gesù fa capire che Dio risponde sempre, che nessuna preghiera resterà inascoltata, perché? Perché Lui è Padre e non dimentica i suoi figli che soffrono.
Certo queste affermazioni ci mettono in crisi, perché tante nostre preghiere sembra che non ottengano alcun risultato. Quante volte abbiamo chiesto e non ottenuto – ne abbiamo l’esperienza tutti – quante volte abbiamo bussato e trovato una porta chiusa? Gesù ci raccomanda, in questi momenti, di insistere e di non darci per vinti. La preghiera trasforma sempre la realtà. Se non cambiano le cose attorno a noi, almeno cambiamo noi. Gesù ha promesso il dono dello Spirito Santo ad ogni uomo e a ogni donna che prega. Possiamo essere certi che Dio risponderà. L’unica incertezza è dovuta ai tempi, ma non dubitiamo che Lui risponderà. Magari ci toccherà insistere per tutta la vita, ma Lui ci risponderà. Ce lo ha promesso: Lui non è come il padre che dà una serpe al posto di un pesce. Non c’è nulla di più certo: il desiderio di felicità che portiamo nel cuore un giorno si compirà. Dice Gesù: «Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui?» (Lc 18,7). Sì, farà giustizia, ci ascolterà. Che giorno di gloria e di resurrezione sarà mai quello!
Pregare è fin da ora è la vittoria sulla solitudine e sulla disperazione. E’ come vedere ogni frammento del creato che brulica nel torpore di una storia di cui a volte non afferriamo il perché. Ma è in movimento, è in cammino, e alla fine di ogni strada, cosa c’è alla fine della nostra strada? Alla fine della preghiera, alla fine del tempo in cui stiamo pregando, alla fine della vita: cosa c’è? C’è un Padre che aspetta tutto e aspetta tutti con le braccia spalancate. Guardiamo questo Padre.