Paolo VI, testimone della fede in anni difficili
Sarebbero tante le cose che verrei dire e ricordare – ha esordito il Pontefice – di questo grande Papa. Pensando a lui, mi limiterò a tre aspetti fondamentali che ci ha testimoniato e insegnato: l’amore a Cristo, l’amore alla Chiesa e l’amore all’uomo. Paolo VI ha saputo testimoniare in anni difficili, la fede in Gesù Cristo, ribadendo che Gesù è più che mai necessario al mondo di oggi, perché nei deserti della città secolare Lui ci parla di Dio, ci rivela il suo volto. L’amore totale a Cristo – ha proseguito – emerge in tutta la vita di Montini anche nella scelta del nome del Papa, da lui motivata con queste parole : è l’Apostolo «che in modo supremo amò Cristo, che in sommo grado lo desiderò e si sforzò di portare il Vangelo di Cristo a tutte le genti, che per amore di Cristo offrì la sua vita». L’amore alla Chiesa è stato l’amore di tutta un’esistenza, un amore gioioso e sofferto espresso fin dalla sua prima Enciclica «Ecclesiam suam».
Paolo VI ha vissuto in pieno il travaglio della Chiesa dopo il Vaticano II, le luci, le speranze, le tensioni. Ha amato la Chiesa e si è speso per lei senza riserve. Nel «Pensiero alla morte» scriveva: «Vorrei abbracciarla, salutarla, amarla in ogni essere che la compone, in ogni vescovo e sacerdote che la assiste e la guida, in ogni anima che la viva e la illustra». Tante volte Paolo VI si è chiesto se la Chiesa è più ardente nella contemplazione e nell’adorazione, e in pari tempo più zelante nell’azione missionaria e caritativa. È un interrogativo – ha osservato Papa Francesco – rivolto alla nostra Chiesa, a tutti noi. Anche l’amore per l’uomo, in Paolo VI, è legato a Cristo; è la stessa passione di Dio che ci spinge a incontrare l’uomo, a rispettarlo, a riconoscerlo, a servirlo. Alla fine dell’ultima sessione del Vaticano II, Paolo VI volle osservare che tutta la ricchezza dottrinale del Concilio era rivolta in un’unica direzione: quella di servire l’uomo. E questo – ha aggiunto Papa Francesco – anche oggi ci da luce, in questo mondo dove si rischia di negare l’uomo e Dio («niente carne» – un Dio che non si è fatto carne, o «niente Dio» – l’uomo prometeico che può andare avanti), dobbiamo ripetere le stesse cose di Paolo VI : la Chiesa ancella dell’uomo, la Chiesa crede in Cristo che è venuto nella carne e perciò serve l’uomo.