Non si deve dialogare col diavolo
La strada dell’avidità di possesso è sempre la logica insidiosa del diavolo. Egli parte dal naturale e legittimo bisogno di nutrirsi, di vivere, di essere felici, per spingerci a credere che tutto ciò è possibile senza Dio, anzi, persino contro di Lui. Ma Gesù si oppone dicendo «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo». Ricordando il lungo cammino del popolo d’Israele nel deserto, Gesù afferma di volersi abbandonare con piena fiducia alla provvidenza del Padre che sempre prende cura dei suoi figli. La seconda tentazione: la strada della gloria umana. Il diavolo dice: «Se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Si può perdere ogni dignità personale, ci si lascia corrompere dagli idoli del denaro, del successo, del potere, pur di raggiungere la propria autosufficienza. E si gusta l’ebrezza di una gioia vuota che ben presto sparisce. Per questo Gesù risponde: «Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai». E poi la terza tentazione: strumentalizzare Dio a proprio vantaggio. Al diavolo che, citando le Scritture, lo invita a cercare un miracolo eclatante, Gesù oppone di nuovo la ferma decisione di rimanere umile di fronte al Padre: «E’ stato detto: Non metterai alla prova il Signore tuo Dio». Queste tre strade sono del tutto estranee al modo di agire di Dio; anzi di fatto ci separano da Dio, perché sono opera di Satana.
Gesù, affrontando in prima persona queste prove, vince per tre volte la tentazione per aderire pienamente al progetto del Padre. E ci indica i rimedi: la vita interiore, la fede in Dio, la certezza del suo amore, la certezza che Dio ci ama, che è Padre, e con questa certezza vinceremo ogni tentazione. Ma c’è una cosa, su cui vorrei attirare l’attenzione. Gesù non risponde al tentatore, non entra in dialogo, ma risponde alle tre sfide soltanto con la Parola di Dio. Questo ci insegna che col diavolo non si deve dialogare, soltanto gli si risponde con la Parola di Dio. Approfittiamo dunque della Quaresima, come di un tempo privilegiato per purificarci, per sperimentare la consolante presenza di Dio nella nostra vita.