Nessuno abbia paura di confrontarsi con Cristo

DI ANDREA DRIGANIIn che senso oggi Cristo è ancora luce delle genti (Lumen gentium)? Si è chiesto Papa Benedetto XVI all’omelia pronunciata, nella Basilica Vaticana, durante la solenne celebrazione dell’Epifania. A distanza di duemila anni – ha osservato il Pontefice – possiamo riconoscere nelle figure dei Magi una sorta di prefigurazione delle tre dimensioni costitutive dell’umanesimo moderno: la dimensione politica, quella scientifica e quella religiosa. L’uomo dei nostri tempi – ha continuato il Papa – è in uno stato di «pellegrinaggio», in una ricerca, spesso un po’ confusa, che, in definitiva, ha il suo punto d’arrivo in Cristo, anche se qualche volta la stella si nasconde. Ma non c’è solo il cammino dell’uomo verso Dio; Dio stesso si è mosso verso l’uomo. Per amore – ha detto ancora Benedetto XVI – Egli si è fatto storia nella nostra storia, per amore è venuto a recarci il germe della vita nuova.

Ricordando poi i Messaggi che i Padri del Concilio Vaticano II rivolsero, l’8 dicembre 1965, ai «Governanti» ad agli «Uomini di pensiero e di scienza», il Papa ha rilevato che ai capi dei popoli, ai ricercatori ed agli scienziati, è necessario affiancare i rappresentanti delle grandi tradizioni religiose non cristiane, invitandoli a confrontarsi con la luce di Cristo, che è venuto non ad abolire, ma a portare a compimento quanto la mano di Dio ha scritto nella storia religiosa delle civiltà, specialmente nelle «grandi anime» che hanno contribuito ad edificare il genere umano con la loro sapienza ed i loro esempi di virtù. Cristo è luce – ha esclamato il Pontefice – e la luce non può oscurare, ma solo illuminare, rischiarare, rivelare. Nessuno pertanto abbia paura di Cristo e del suo messaggio!

E se nel corso dei secoli – ha proseguito Benedetto XVI – i cristiani, essendo uomini limitati e peccatori, hanno potuto tradirlo con i loro comportamenti, questo fa risaltare ancor di più che la luce è Cristo e che la Chiesa la riflette solo rimanendo unita a Lui. L’esempio dei Magi di allora – ha concluso il Papa – è un invito anche per i Magi di oggi ad aprire le menti ed i cuori a Cristo e ad offrirgli i doni della loro ricerca.