L’usura: un peccato da togliere dal cuore
Era una specie di condono generale, con cui si permetteva a tutti di tornare alla situazione originaria, con la cancellazione di ogni debito e la possibilità di godere di nuovo della libertà propria dei membri del popolo di Dio. Un popolo «santo», dove prescrizioni come quelle del giubileo servivano a combattere la povertà e la disuguaglianza, garantendo una vita dignitosa per tutti e un’equa distribuzione della terra su cui abitare e da cui trarre sostentamento. Con il giubileo chi era diventato povero ritornava ad avere il necessario per vivere, e chi era ricco restituiva al povero ciò che gli aveva preso. Il fine era una società basata sull’uguaglianza e la solidarietà, dove la libertà, la terra e il denaro ridiventassero un bene per tutti e non solo per alcuni, come accade adesso! Infatti il giubileo aveva la funzione di aiutare il popolo a vivere una fraternità concreta, fatta di aiuto reciproco. Possiamo dire che il giubileo biblico era un giubileo di misericordia, perché vissuto nella ricerca sincera del bene del fratello bisognoso. Proprio per questa la Sacra Scrittura esorta con insistenza a rispondere generosamente alle richieste di prestiti, senza fare calcoli meschini e senza pretendere interessi impossibili. «Non gli presterai il denaro a interesse, né gli darai il vito ad usura» (Lv 25,37).
Questo insegnamento è sempre attuale. Quante famiglie sono sulla strada, vittime dell’usura! Preghiamo perché in questo giubileo tolga dal cuore questa voglia di avere di più, l’usura. È un grave peccato l’usura, è un peccato che grida al cospetto di Dio. Il Signore, invece, ha promesso la sua benedizione a chi apre la sua mano con larghezza (Dt 10,15). Il messaggio biblico è molto chiaro: aprirsi con coraggio alla condivisione, e questo è misericordia! Se noi vogliamo misericordia da Dio, incominciamo a farla tra noi.