L’insegnamento dei «Sermoni» di Sant’Antonio di Padova

DI ANDREA DRIGANI

Mercoledì 10 febbraio, nel corso dell’udienza generale, Papa Benedetto XVI ha presentato la figura di sant’Antonio di Padova (1195-1231), appartenente alla prima generazione dei Frati Minori. In particolare si è voluto soffermare sulla sua predicazione raccolta nei «Sermoni». In questi «Sermoni» – ha detto il Pontefice – egli commentava i testi della Scrittura presentati dalla Liturgia, utilizzando l’interpretazione patristico-medievale  dei quattro sensi, quello letterale o storico, quello allegorico o cristologico, quello tropologico o morale e quello anagogico, che orienta verso la vita eterna. Oggi – ha continuato il Papa – si riscopre che questi sensi sono dimensioni dell’unico senso della Bibbia e che è giusto interpretarla cercando, appunto, le quattro dimensioni della parola.

Ha poi rammentato che il Papa Pio XII, nel 1946, proclamò Antonio Dottore della Chiesa, attribuendogli il titolo di «Dottore evangelico», perché dai «Sermoni» emerge la freschezza e la bellezza del Vangelo e ancora oggi li possiamo leggere con grande profitto spirituale. Antonio – ha proseguito Benedetto XVI – ci ricorda che la preghiera necessita di un’atmosfera di silenzio che non coincide con il distacco dal rumore esterno, ma è esperienza interiore, che mira a rimuovere le distrazioni provocate dalle preoccupazioni dell’anima, creando il silenzio nell’anima stessa. Secondo l’insegnamento di Antonio la preghiera è articolata in quattro atteggiamenti indispensabili: aprire fiduciosamente il proprio cuore a Dio; colloquiare affettuosamente con Lui; presentargli i nostri bisogni ed infine lodarlo e ringraziarlo.

In questo insegnamento di sant’Antonio sulla preghiera – ha osservato il Pontefice – cogliamo uno dei tratti specifici della teologia francescana, di cui egli è stato l’iniziatore, cioè il ruolo assegnato all’amore divino, che entra nella sfera degli affetti, della volontà, del cuore, e che è anche la sorgente da cui sgorga una conoscenza spirituale, che sorpassa ogni conoscenza. Infatti, amando, conosciamo. Il Papa ha concluso citando una frase di Antonio: «La carità è l’anima della fede, la rende viva; senza l’amore, le fede muore».