L’importanza del sacramento della Penitenza

DI ANDREA DRIGANI

Domenica 18 marzo Papa Benedetto XVI, prima della recita dell’Angelus, ha osservato che l’itinerario della Quaresima è un cammino con Gesù attraverso il «deserto», cioè un tempo in cui ascoltare maggiormente la voce di Dio e anche smascherare le tentazioni che parlano dentro di noi. All’orizzonte di questo deserto – ha continuato il Pontefice – si profila la Croce. Gesù sa che essa è il culmine della sua missione: in effetti, la Croce di Cristo è il vertice dell’amore che ci dona la salvezza. «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna» (Gv 3,14-15). Gesù è innalzato sulla Croce, perché chiunque è in pericolo di morte a causa del peccato, rivolgendosi con fede a Lui, che è morto per noi, sia salvato.

Se infinito è l’amore misericordioso di Dio, che è arrivato al punto di dare il suo unico Figlio in riscatto della nostra vita, grande è la nostra responsabilità: ciascuno – ha detto ancora il Papa – deve riconoscere di essere malato, per poter essere guarito; ciascuno deve confessare il proprio peccato, perché il perdono di Dio, già donato sulla Croce, possa avere effetto nel suo cuore e nella sua vita. Benedetto XVI ha voluto rammentare, secondo l’insegnamento di Sant’Agostino, che Dio condanna i nostri peccati se anche noi li condanniamo, unendoci a Dio; quando cominciamo a dispiacerci di quanto abbiamo fatto, allora cominciano le nostre opere buone, perché condanniamo le nostre opere cattive.

A volte l’uomo – ha proseguito il Papa – ama più le tenebre che la luce, perché è attaccato ai suoi peccati. Ma è solo aprendosi alla luce, è solo confessando sinceramente le proprie colpe a Dio, che si trova la vera pace. È importante allora – ha concluso il Pontefice – accostarsi con regolarità al Sacramento della Penitenza, in particolare nel tempo di Quaresima, per ricevere il perdono del Signore e intensificare il nostro cammino di conversione.