Liberare il cuore dalle cose malvagie
Da dove nascono le cose brutte? Il Decalogo si mostra lucido e profondo su questo aspetto: l’ultimo comandamento – («non desidererai la moglie…, né alcuna cosa che appartenga al prossimo») indica come punto di arrivo il cuore, e se il cuore non si è liberato, il resto serve a poco.
Questa è la sfida: liberare il cuore dalle cose malvagie e brutte. I precetti di Dio possono ridursi ad essere solo una bella facciata di una vita che resta comunque da schiavi e non da figli. Spesso, dietro la maschera farisaica della correttezza asfissiante si nasconde qualcosa di non risolto. E’ vano pensare di correggere se stessi senza il dono dello Spirito Santo. E’ vano pensare di purificare il nostro cuore in uno sforzo titanico della nostra volontà: questo non è possibile. Bisogna aprirsi alla relazione con Dio, nella verità e nella libertà: solo così le nostre fatiche possono portare frutto, perché c’è lo Spirito Santo che ci conduce avanti. Il compito della Legge biblica non è quello di illudere l’uomo che un’obbedienza letterale lo porti a una salvezza artefatta e peraltro irraggiungibile.
Il compito della Legge è portare l’uomo alla verità, ossia alla sua povertà, che diventa apertura autentica e personale alla misericordia di Dio, che ci trasforma e ci rinnova. Dio è l’unico capace di rinnovare il nostro cuore, a patto che noi apriamo il cuore a Lui. Le ultime parole del Decalogo educano tutti a riconoscersi mendicanti; aiutano a metterci davanti al disordine del nostro cuore, per cessare di vivere egoisticamente e diventare poveri in spirito, sinceri al cospetto del Padre, lasciandoci redimere dal Figlio e ammaestrare dallo Spirito Santo.
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3). Sì, beati quelli che smettono di illudersi credendo di potersi salvare dalla propria debolezza senza la misericordia di Dio, che sola può guarire. Beati coloro che riconoscono i propri desideri cattivi e con un cuore pentito e umiliato non stanno davanti a Dio e agli altri uomini come dei giusti, ma come dei peccatori. E’ bello quello che l’Apostolo Pietro disse a Gesù: «Allontanati da me, Signore, che sono un peccatore». Questi sono coloro che sanno avere compassione, che sanno avere misericordia degli altri, perché la sperimentano in sè stessi.