L’Eucaristia, il momento per stare con Gesù

La grazia più grande è quella di sperimentare che l’Eucaristia è il momento privilegiato per stare con Gesù, e, attraverso di Lui, con Dio e con i fratelli. Pregare, come ogni vero dialogo, è anche saper rimanere in silenzio – nei dialoghi ci sono momenti di silenzio – in silenzio insieme a Gesù. E dal misterioso silenzio di Dio scaturisce la sua Parola che risuona nel nostro cuore. Gesù stesso ci insegna come realmente è possibile «stare» con il Padre e ce lo dimostra con la sua preghiera.

I Vangeli ci narrano di Gesù che si ritira in luoghi appartati a pregare; i discepoli, vedendo questa sua intima relazione con il Padre, sentono il desiderio di potervi partecipare e gli chiedono: «Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11,1).

Gesù risponde che la prima cosa necessaria per pregare è saper dire: «Padre», cioè mettersi alla sua presenza con confidenza filiale. Nel Vangelo di parla di Nicodemo (Gv 3,1-21), un uomo anziano, un’autorità in Israele, che va da Gesù per conoscerlo; e il Signore gli parla della necessità di «rinascere dall’alto». Ma che cosa significa? Si può «rinascere»? Questa è una domanda fondamentale della nostra fede e questo è il desiderio di ogni vero credente: la gioia di ricominciare. Questo desiderio si può perderlo facilmente perché, a causa di tante attività, di tanti progetti da mettere in atto, alla fine ci rimane poco tempo e dimentichiamo quello che è essenziale: la nostra vita spirituale che è incontro con il Signore nella preghiera.

In verità, il Signore ci sorprende mostrandoci che Egli ci ama anche nelle nostre debolezze. «Gesù Cristo… è la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo» (I Gv 2,2). Questo dono, fonte di vera consolazione, ci è dato attraverso l’Eucaristia, quel banchetto nuziale in cui lo Sposo incontra la nostra fragilità. Possiamo dire che quando riceviamo l’Eucaristia, il Signore incontra la nostra fragilità? Sì! Il Signore incontra la nostra fragilità per riportarci alla nostra prima chiamata: quella di essere a immagine e somiglianza di Dio.