Le parole di Oriente e Occidente

DI ANDREA DRIGANI

Venerdì 23 gennaio Papa Benedetto XVI ha ricevuto Ignace Youssif III Younan nuovo Patriarca siro-cattolico di Antiochia al quale ha concesso la comunione ecclesiastica. Fin dalle origini del cristianesimo – ha esordito il Pontefice – gli Apostoli Pietro e Paolo furono intimamente legati ad Antiochia, dove per la prima volta i discepoli di Gesù ricevettero il nome di Cristiani (At 11,26). Non possiamo dimenticare – ha proseguito – i vostri illustri padri nella fede, in primo luogo sant’Ignazio, del quale per tradizione i Patriarchi siro-cattolici prendono il nome al momento che accettano  l’ufficio patriarcale e sant’Efrem, la cui luce spirituale continua a illuminare veramente la Chiesa universale.

Di questa eredità – ha osservato Benedetto XVI – il nuovo Patriarca è il primo custode; ognuno dovrà, però, in quanto fratello e membro del Sinodo, contribuire a sua volta a questo dovere con spirito di autentica collegialità episcopale. È mio desiderio – ha detto ancora il Papa – che in Oriente da dove è venuto l’annuncio del Vangelo, le comunità cristiane continuino a vivere e a testimoniare la loro fede, come hanno fatto nel corso dei secoli, auspicando allo stesso tempo che siano offerte adeguate cure pastorali a tutti coloro che si sono stabiliti altrove, perchè possano restare legati in modo fecondo alle loro radici religiose. Chiedo l’aiuto del Signore – ha continuato Benedetto XVI – per ogni comunità orientale affinchè ovunque si trovi, si sappia integrare nel suo nuovo contesto sociale ed ecclesiale, senza perdere la propria identità e recando l’impronta  della spiritualità orientale, di modo che utilizzando «le parole dell’Oriente e dell’Occidente» la Chiesa parli efficacemente di Cristo all’uomo contemporaneo. In tal modo – ha aggiunto il Pontefice – i cristiani affronteranno le sfide più urgenti dell’umanità, rendendo testimonianza della «grande speranza» di cui sono gli instancabili portatori. Prego il Principe della Pace – ha concluso il Papa – perché la sostenga come «Caput et Pastor», e sostenga tutti i suoi fedeli e i suoi figli, affinchè siano seminatori di pace prima di tutto in Terra Santa, in Iraq e in Libano, dove la Chiesa siro-cattolica ha una presenza tanto apprezzata.