Le monache di clausura, «fiaccole ardenti»

DI ANDREA DRIGANI

Sabato 15 settembre Papa Benedetto XVI ha ricevuto, nella Sala del Concistoro del Palazzo Pontificio di  Castel Gandolfo, le Monache Clarisse del Monastero «Immacolata Concezione» di Albano Laziale. Nel suo discorso alla religiose, dopo aver espresso la sincera gratitudine  per il sostegno quotidiano della preghiera e per l’intensa partecipazione spirituale alla missione del Pastore della Chiesa universale, il Pontefice ha osservato che, di fronte a quanti considerano le claustrali come emarginate dalla realtà e dall’esperienza del nostro tempo, si deve affermare che la loro esistenza ha il valore di una singolare testimonianza che tocca intimamente la vita del popolo di Dio. Ed ha voluto rammentare, a tal proposito, le asserzioni dei suoi predecessori i Servi di Dio Paolo VI («Vi siete un seme ed un segno») e Giovanni Paolo II («Voi non avete abbandonato il mondo per non avere i crucci del mondo… voi li portate tutti nel cuore …con la vostra preghiera»). Il Papa le ha, quindi, esortate ad essere fiaccole ardenti di amore, «mani giunte» che vegliano in orazione incessante, distaccate totalmente dagli interessi materiali per sostenere il ministero di colui che Gesù ha chiamato ha guidare la Chiesa.

Sull’esempio di San Francesco e di Santa Chiara – ha proseguito Benedetto XVI – voi siete «sorelle povere che seguono il santo Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità». Non ha sempre eco nella pubblica opinione – ha continuato il Pontefice – l’impegno silenzioso di coloro che cercano di mettere in pratica, con semplicità e gioia, il Vangelo «sine glossa» (cioè senza commenti), ma è veramente straordinario l’apporto che viene dato, in tal modo, all’opera apostolica  della Chiesa nel mondo. Vi protegga – ha aggiunto Benedetto XVI – la Vergine Maria che la liturgia odierna ci fa contemplare ai piedi della croce, associata intimamente alla missione di Cristo e compartecipe dell’opera di salvezza con il suo dolore di Madre. Sul Calvario Gesù l’ha donata a noi come madre e ci ha affidati a Lei come figli. Vi ottenga la Vergine Addolorata – ha concluso il Papa – il dono di seguire il suo divin Figlio crocifisso e di abbracciare con serenità le difficoltà e le prove dell’esistenza quotidiana.