Lasciate crescere il vostro sì a Cristo
Poco più di 70 anni fa – ha esordito il Papa – Fratel Roger ha dato vita alla Comunità di Taizé. Questa continua a veder venire a sé migliaia di giovani di tutto il mondo, alla ricerca di un senso per la loro vita, i Fratelli li accolgono nella loro preghiera e offrono ad essi l’occasione di fare l’esperienza di una relazione personale con Dio.
Per sostenere questi giovani nel loro cammino verso Cristo, Fratel Roger ebbe l’idea di cominciare un «pellegrinaggio di fiducia sulla terra». Testimone instancabile del Vangelo della pace e della riconciliazione, animato dal fuoco di un ecumenismo della santità – ha detto ancora Benedetto XVI – Fratel Roger ha incoraggiato tutti coloro che passano per Taizé a diventare cercatori di comunione. Sulle sue orme, siate tutti portatori di questo messaggio di unità. Vi assicuro – ha affermato il Papa – dell’impegno irrevocabile della Chiesa cattolica a proseguire la ricerca di vie di riconciliazione per giungere all’unità visibile dei cristiani. Oggi Cristo vi pone la domanda che rivolse ai suoi discepoli : «Chi sono io per voi?». A tale domanda, Pietro, presso la cui tomba noi ci troviamo, rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E tutta la sua vita divenne una risposta concreta a questa domanda. Cristo desidera ricevere anche da voi una risposta che venga non dalla costrizione, né dalla paura, ma dalla vostra libertà profonda. Rispondendo a tale domanda la vostra vita troverà il suo senso più forte.
Durante questi giorni a Roma – ha aggiunto il Pontefice – possiate lasciar crescere nei vostri cuori questo sì a Cristo, approfittando specialmente dei lunghi tempi di silenzio che occupano un posto centrale nelle vostre preghiere comunitarie, dopo l’ascolto della Parola di Dio. Questa Parola, dice la Seconda Lettera di Pietro, è «come una lampada che brilla in un luogo oscuro», che voi fate bene a guardare «finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino». Bisogna rammentarsi che la stella del mattino deve sorgere nei vostri cuori, perché non sempre è presente. A volte il male e la sofferenza degli innocenti creano il dubbio e il turbamento. E il sì a Cristo può diventare difficile. Ma questo dubbio non fa di voi dei non credenti! Gesù non ha respinto l’uomo del Vangelo che gridò: «Credo, aiuta la mia incredulità».