L’amicizia tra ebrei e cattolici
DI ANDREA DRIGANI
Giovedì 10 maggio Papa Benedetto XVI ha ricevuto una delegazione del Congresso ebraico latinoamericano. Il prossimo mese di ottobre – ha detto il Pontefice – si celebra il cinquantesimo anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II, la cui Dichiarazione «Nostra Aetate» continua a essere la base e la guida dei nostri sforzi per promuovere sempre maggiore comprensione, rispetto e cooperazione tra le nostre due comunità. Questa Dichiarazione – ha proseguito il Papa – non solo assunse una netta posizione contro ogni forma di antisemitismo, ma gettò anche le basi per una nuova valorizzazione teologica del rapporto della Chiesa con l’ebraismo, e mostrò la sua fiducia nel fatto che l’apprezzamento dell’eredità spirituale condivisa da ebrei e cristiani avrebbe portato a una stima reciproca sempre più grande.
Nel considerare i progressi compiuti negli ultimi cinquant’anni di relazioni ebreo-cattoliche, in tutto il mondo, non possiamo fare a meno di rendere grazie all’Onnipotente per questo segno evidente della sua bontà e della sua provvidenza. Con la crescita della fiducia, del rispetto e della buona volontà – ha continuato Benedetto XVI – gruppi che inizialmente si relazionavano con una certa sfiducia, poco a poco, sono diventati interlocutori fiduciosi e amici, capaci di far fronte insieme alla crisi e di superare i conflitti in modo positivo. Certo – ha osservato il Pontefice – resta ancora molto da fare nel superamento degli ostacoli per migliorare le relazioni, e nella risposta alle difficoltà che i credenti trovano sempre più nel mondo attuale. Tuttavia è un motivo per cui rendere grazie la circostanza che siamo impegnati a percorrere insieme il cammino del dialogo, della riconciliazione e della collaborazione.
In una società sempre più minacciata dalla perdita dei valori spirituali e morali, che sono quelli che possono garantire la tutela della dignità della persona e la pace duratura, un confronto sincero e rispettoso tra religioni e culture è fondamentale per il futuro della nostra famiglia umana. Nutro la speranza – ha concluso Benedetto XVI – che questa visita sia fonte d’incoraggiamento e di fiducia rinnovata al momento di affrontare la sfida di costruire vincoli di amicizia e di cooperazione sempre più forti, e di rendere testimonianza profetica della forza della verità di Dio, della giustizia e dell’amore, per il bene di tutta l’umanità.